Cronaca

«Traffico e parcheggi, come uscire dal caos e rendere vivibile la città»

La Redazione
Il waterfront del Porto
Lettera aperta di Pasquale Consiglio sulle scelte da fare per Bisceglie
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Il traffico caotico delle nostre città è da sempre uno degli argomenti di discussione che più tiene banco. Ciascuno ha una ricetta su come rimediare: render più scorrevole la circolazione, allestire parcheggi, incentivare mezzi alternativi, vigilare sulle soste selvagge. Oggi riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di un nostro lettore, Pasquale Consiglio, che punta ad aprire una interessante discussione.

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Eccone il testo integrale:

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«Qual è la funzione delle strade nei centri urbani? La domanda appare banale ma in un momento in cui nella nostra città è scoppiata la moda delle isole pedonali, si impone. La prima risposta che mi suggerisce la mia mente è: consentire il raggiungimento di due punti distanti tra loro. Le strade, cioè, nascono per essere vie di comunicazione fisica. Intanto posso raggiungere un luogo in quanto l’esistenza di una strada me lo consente.

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Fatta questa premessa, passiamo alla seconda domanda: con quale mezzo deve essere raggiunto il punto distante? Qui le risposte possono essere le più diverse. Si va dalle proprie gambe, alla bicicletta, ai veicoli motorizzati. La scelta ovviamente dipenderà dalla distanza. Le brevi distanze meglio percorrerle a piedi o in bicicletta, le altre con mezzi motorizzati, possibilmente non inquinanti.

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Ora passiamo alla terza domanda: le strade nascono per essere percorse o anche per potervi parcheggiare per tempi limitati o per essere stabilmente occupate da veicoli in sosta? La risposta comincia ad essere un po’ più complessa, considerato che occorre conciliare opposte esigenze. Se la sosta consentita, come avviene frequentemente a Bisceglie, impedisce o ostacola seriamente la fluidità del traffico, allora occorre individuare dei correttivi: dal divieto di fermata permanente alla sosta breve.

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Quarta domanda: meglio privilegiare la mobilità o … l’immobilità del traffico cittadino? intendendo per immobilità sia i tempi in cui siamo fermi in auto, sia il tempo necessario per trovare un parcheggio. Ovviamente la risposta è (apparentemente) semplice. Tutti siamo portati a rispondere che privilegiamo la mobilità ma poi, nella pratica quotidiana, ci tuffiamo nel traffico urbano con la segreta speranza di essere fortunati nella ricerca di un parcheggio.

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I nostri amministratori ben conoscono le nostre cattive abitudini e allora cercano di dissuaderci dall’uso dell’auto con vari sistemi: dalle isole pedonali, ai parcheggi a pagamento, alle soste brevi. Ma, a giudicare dal traffico, con scarsi risultati.

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Di fronte a uno scenario simile, si impone la ricerca di nuove soluzioni. E con le idee ben chiare sulla funzione delle strade. Dobbiamo partire da un concetto imprescindibile: le strade devono servire per essere percorse agevolmente, non per rimanervi imbottigliati. Quindi, se è vietato sostare per agevolare lo scorrimento del traffico, l’Amministrazione ha il dovere di offrire ampi “parcheggi gratuiti” dislocati in aree strategiche della città. Proviamo ad indicarne qualcuna, senza trascurare di far capire a moltissimi automobilisti biscegliesi che i tempi dell’auto sotto casa o … dentro al negozio sono finiti, che devono iniziare ad abituarsi a lasciare l’auto (se proprio non possono usare mezzi alternativi) in parcheggi che richiedono qualche minuto a piedi per raggiungere successivamente la meta.

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Scendiamo nel concreto. Partiamo dal centro storico. Buona l’idea del “varco attivo/non attivo” ma non condivido l’impossibilità di accedere permanentemente all’ampia area di parcheggio del Bastione San Martino. E’ un’area di importanza strategica, dove dovrebbero poter liberamente parcheggiare 24 ore su 24 sia i residenti, sia i biscegliesi diretti al mercato di corso Umberto, agli esercizi commerciali e agli uffici comunali esistenti nel centro storico. Solo indirizzando gli automobilisti verso quell’area si potrebbe seriamente chiudere al traffico la città vecchia, che dovrebbe rimanere percorribile per il traffico automobilistico solo lungo le strade perimetrali che portano al suddetto Bastione, prevedendo il parcheggio lungo il perimetro solo a pagamento e se non crea intralci alla circolazione.

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Oggi invece assistiamo al caos più completo nell’area del mercato (tutt’altro che pedonale!) cui si sta tentando di rimediare con la sosta di 30’ nei pressi dell’ufficio distaccato della Polizia Municipale e con il divieto per i non residenti di raggiungere in determinate ore il parcheggio del Bastione San Martino, con gravi danni per le attività commerciali che insistono nell’area. Quest’ultima soluzione, non consentendo di oltrepassare il “varco”, oltre ad accrescere gli ingorghi all’incrocio tra piazza Castello, corso Umberto e via Dante Alighieri, col tempo metterà sicuramente in crisi le attività commerciali con conseguente chiusura di esercizi e minore rivitalizzazione del centro storico.

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Il medesimo discorso può farsi per l’ampio nuovo parcheggio nell’area dismessa dalle ferrovie dello Stato. Occorre incentivare il libero accesso all’area limitando contestualmente, o escludendo del tutto, la possibilità di sosta nelle strade viciniori (via Piave, via 24 Maggio, via De Gasperi e relative traverse).

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Sicuramente le due ampie aree di parcheggio indicate sono insufficienti. Occorre quindi individuarne di nuove che, senza essere necessariamente centrali, siano tuttavia “a pochi passi” al centro della città. Penso all’area del campo sportivo di via Cavour. Un campo da gioco in centro è del tutto anacronistico e poco funzionale. Potrebbe trasformarsi in un grande autosilo, possibilmente sotterraneo, in grado di accogliere migliaia di veicoli. La sua trasformazione in area destinata a parcheggio consentirebbe di liberare dalle auto in sosta via Bovio e relative strade trasversali.

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Fin qui gli interventi auspicabili ad opera dell’Amministrazione. E i privati? In quale modo possono essere indirizzati verso un atteggiamento collaborativo? Come già accennato, dovrebbero essere disincentivati dal parcheggio a tutti i costi sotto casa in quanto si traduce in un’occupazione permanente di suolo pubblico. Questo è il motivo principale per cui non solo devono individuarsi ampie aree pubbliche di parcheggio collettivo, ma devono anche essere gratuite. Inoltre, con forti sgravi fiscali, dovrebbe incoraggiarsi anche l’apertura di garage privati, a pagamento, nel centro della città.

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In conclusione, le iniziative che con auspicabile sinergia pubblico e privato dovrebbero assumere, potrebbero riassumersi in un unico concetto: liberare le strade dall’occupazione permanente di auto, individuare ampie e gratuite aree di parcheggio pubblico in zone strategiche della città, incentivare l’apertura di autosilo privati.

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Infine, ritengo necessario spendere qualche parola sull’opportunità di rendere pedonale e chiudere al traffico in maniera permanente, o solo per determinate manifestazioni, come avviene tuttora, via Nazario Sauro, il cosiddetto “waterfront”.

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Premetto che, come il lettore può avere intuito dalle righe precedenti, non propendo affatto per l’incoraggiamento dell’uso dell’auto a tutti i costi, ma per un suo uso razionale e, soprattutto, privilegio lo scorrimento del traffico, che consente di raggiungere rapidamente qualsiasi punto della città, all’imbottigliamento cronico ed inquinante.

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Proprio per queste ragioni non ho mai condiviso la chiusura al traffico di via Nazario Sauro, spesso decisa per accontentare desideri apprezzabili ma illogici di ambientalisti locali: perché rappresenta una strada di collegamento vitale tra la litoranea di levante e quella di ponente; perché non ha valide alternative; perché il traffico tra est e ovest della città si riversa tutto su via Imbriani e via Bovio; perché la concentrazione del traffico sulla strada principale che attraversa il centro cittadino determina il blocco della circolazione, allunga i tempi di percorrenza e accresce il livello di inquinamento.  Non sono motivi sufficienti per cambiare idea sull’uso del waterfront? Se davvero si vuole rivitalizzare la zona portuale, tutte le manifestazioni finora svoltesi su via Sauro possono tranquillamente in futuro essere trasferite di qualche metro nell’area compresa tra via della Repubblica e la Conchiglia Adriatica. Pensateci.

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Chiudo queste riflessioni forse prolisse, ma che mirano ad aprire un dibattito sulla mobilità sostenibile a Bisceglie, con un esortazione ai biscegliesi: PER SPOSTARVI IN CITTA’ USATE LA BICICLETTA! Non inquina, non ha costi di carburante, riduce il numero delle auto circolanti, riduce i tempi di percorrenza, non crea problemi per la ricerca di un parcheggio, risparmiate in farmaci, visite mediche, palestra e … vi mantiene in forma! Usatela per recarvi al lavoro, a scuola, per i normali spostamenti. Non vergognatevi. Se anni addietro usava la bicicletta chi non poteva permettersi l’automobile, oggi, che siamo tutti motorizzati, usare l’automobile indiscriminatamente, senza valutarne la necessità o le alternative, è sinonimo di pigrizia, di inciviltà, di desiderio di rendere invivibile l’ambiente e di contribuire a creare traffico, caos e stress. Nel nord Europa (ma anche nel nord Italia) le biciclette circolanti sono milioni e sono usate da tutti i ceti.

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Agli Amministratori rivolgo un appello: incentivate l’uso della bicicletta, premiando chi ne fa uso quotidiano, soprattutto gli studenti, gli impiegati comunali e i politici locali dai quali dovrebbe partire l’esempio; consentite la circolazione della bicicletta nel centro storico, nelle isole pedonali, contromano nei sensi unici. Non rifugiamoci dietro la necessità delle piste ciclabili. Se il numero delle biciclette in circolazione comincia a superare il numero delle auto circolanti, gli automobilisti saranno costretti ad arrendersi e forse a pretendere … piste per auto! La discussione è aperta».

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lunedì 16 Gennaio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 9:22)

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GIACOMO PEDONE
GIACOMO PEDONE
7 anni fa

Consentite la circolazione della bicicletta nel centro storico? e chi lo vieta??? Contromano nei sensi unici??? è una boiata pazzesca, è pericoloso per i ciclisti e i pedoni che non si aspettano che una bici venga contromano! E poi non mi sembra che dal parcheggio del Bastione San Martino si possa raggiungere agevolmente la zona del mercato settimanale, è molto distante!!!

fusti
fusti
7 anni fa

salve gente, condivido ampiamente quanto detto e proposto nell’articolo, biasimo quanti fanno ancora dell’auto uno status simbol, però siccome a una certa età, acciacchi e celerità un veicolo lo richiedono, da parte mia, da un pezzo propongo di sostituire in città, le auto con un servizio di risciò, affidato alle gambe di giovani aitanti e di quanti, nel giretto, volessero contribuire con qualche pedalata, basterebbe costituire magari una piccola cooperativa, dando lavoro a ragazzi locali ed immigrati che non mancano! per l’altro argomento, il tappo in via del mare, quali impedimenti ci sarebbero per un ponte leggero che con due o tre campate colleghi la litoranea di levante con quella di ponente? in alternativa, in tanti paesi si risolve con un tunnel, che potrebbe essere sottomarino o sotterraneo, fussi che fussi?

antonella
antonella
7 anni fa

Gent.li lettori l’idea del ponte al porto l’ho pubblicata in tempi non sospetti a novembre 2016, e vedo che comunque è stata apprezzata da un altro lettore, ma da allora niente nessuno si è fatto avanti con idee concrete, hanno fatto morire il commercio nell’area portuale, il ponte avrebbe dato una svolta pratica e turismo ! quindi prima di eliminare altri parcheggi in centro e crearne degli altri in zone distanti da esso pensiamo a tutte quelle persone che non possono deambulare e che hanno bisogno dell’auto per arrivare in centro. L’idea buona era il parcheggio sotterraneo in piazza vitt. emanuele di alcuni anni fa poi il nulla, oppure, nello spiazzo accanto al calvario dove parcheggiano diverse auto lì magari fare un piccolo autosilo ecc. soluzioni che diminuiscono i problemi per tutti non che gli aumentano.