Cronaca

Telemarketing selvaggio, Assocall: «Iscrivere numeri privati al registro delle opposizioni non è risolutivo»

La Redazione
Un call center -archivio
L'intervento in Senato dell'associazione Assocall,  presieduta dal biscegliese Leonardo Papagni
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“L’inserimento dei numeri privati mobili e fissi non iscritti in pubblici elenchi nel registro delle opposizioni non risolve il problema del telemarketing selvaggio, oltre ad essere in stridente contrasto con la normativa sulla privacy, che autorizza un rapporto con l’utente/consumatore solo in presenza di esplicito e valido consenso”.

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Lo ha ribadito in audizione in VIII Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni del Senato l’associazione datoriale Assocall,  presieduta dal biscegliese Leonardo Papagni che aggrega 170 aziende a livello nazionale e rappresenta in Confcommercio Imprese per l’Italia il comparto dei Contact Center Outsourcing.

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“Autorizzare l’iscrizione di un numero privato (mobile o fisso) al registro delle opposizioni, non garantirebbe i consumatori dall’essere comunque aggrediti da tutti quegli operatori fuori legge, scorretti e senza scrupoli che già oggi chiamano arbitrariamente le utenze iscritte al registro delle opposizioni”, ha ribadito in Commissione Leonardo Papagni, presidente di Assocall. “In prima battuta occorrerebbe quindi potenziare i controlli. Ma la soluzione per limitare le telefonate promozionali, aggressive ed invasive, evitando al contempo una distorsione del mercato con effetti economici devastanti che si ripercuoterebbero inevitabilmente sull’occupazione, è, da un lato, rendere edotti i consumatori dei consensi concessi, dando loro la possibilità di modificarli in qualsiasi momento e, dall’altro, stabilire una frequenza massima di chiamate su ogni utenza per le campagne promozionali, in modo da rendere le telefonate non invasive”.

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“Oggi, infatti, è decisamente difficile per ognuno di noi avere contezza di tutti i consensi anche involontariamente prestati”, ha riconosciuto il presidente Assocall in audizione. “È opportuno quindi imporre ai detentori dei consensi l’obbligo di inviare ai consumatori una nota esplicativa che contempli anche la possibilità di revocare il consenso precedentemente prestato. Dare la possibilità di ritirare il consenso in qualsiasi momento e ricordarlo all’utente ad intervalli periodici di 6 mesi, è peraltro previsto anche dal nuovo regolamento europeo sul rispetto della vita privata e sulla protezione dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche (Brussels, 10.1.2017 COM 2017 10 final)”.

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Durante l’audizione in Senato, infine, Assocall ha chiesto alle istituzioni di verificare la legittimità di alcune App a pagamento (che quindi fanno business esentasse) che impediscono di contattare il numero telefonico mobile del consumatore che legittimamente ha fornito il proprio consenso. “Tali software creano un database di numeri illegittimamente bloccati che impediscono agli operatori del settore di svolgere la propria attività nel rispetto della legge e delle regole del mercato”, ha concluso il presidente Assocall Papagni.

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lunedì 20 Febbraio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 8:20)

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