L’Usppi rende noto che «Dopo le minacce, depistaggi, intromissioni, imprenditori (più o meno noti) che spuntavano dal nulla e la politica, tranne negli ultimi giorni, totalmente assente, il rogito notarile per la cessione del complesso aziendale di proprietà della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza è entrata così nella sua fase finale, quello della cessione vera e propria che terminerà entro breve termine, con la fideiussione assicurativa di circa 25 milioni di euro a garanzia degli impegni assunti con l'offerta d'acquisto così come previsto dal disciplinare di gara».
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«La Casa Divina Provvidenza – riferisce il leader dell’Usppi Nicola Brescia – deve essere un punto di riferimento della sanità del Mezzogiorno d'Italia. Per raggiungere l'obiettivo occorre inevitabilmente rilanciare l'azione di assistenza e cura, facendo dimenticare in fretta scandali e buchi finanziari da 500 milioni di euro. La prima cosa da fare è quella di incrementare i ricavi delle tre strutture, renderle più attrattive. Rispetto ai tetti che la struttura vede assegnati dalla Asl e dalle Regioni (Puglia e Basilicata) in base ai servizi offerti ci sono ancora ampi margini, che indica "nelle aree ospedaliere le possibilità dove incrementare lavoro e quindi i ricavi».
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«L’accordo siglato a Roma – secondo Nicola Brescia – è senza ombra di dubbio il migliore dal punto di vista socio-economico-occupazionale rispetto a tutte le altre precedenti procedure commissariali che si sono concluse con tagli sul personale, riduzione ore, etc. sono stati smentiti dai fatti. Salvati 1600 posti di lavoro. L'accordo epocale: salvaguardia di tutti i posti di lavoro in essere ed in forza presso la Cdp, sia a tempo indeterminato che determinato; il rispetto degli stessi orari di lavoro, posizioni economiche e livelli di inquadramento in essere ed in godimento ivi compreso il medesimo CCNL; rispetto e tutela dell'art. 18 (Legge 300 del 1970, Statuto dei lavoratori); avvio entro 6 mesi dalla cessione delle trattative per il recupero parziale di somme percepite da alcuni lavoratori, rivenienti da contrattazioni decentrate pregresse allo stato di crisi della CDP; rispetto dell'anzianità convenzionale e giuridica acquisita antecedentemente alla cessione e nel periodo di servizio effettuato nella CDP; costituzione di una griglia di personale ove attingere per le assunzioni che si renderanno necessarie sia a tempo determinato che indeterminato, personale infermieristico ed OSS che non sono in servizio ed in forza allo stato attuale presso la CDP ma che hanno prestato servizio per almeno 4 mesi presso la Cdp, è la risposta che il segretario nazionale dell’Usppi Nicola Brescia ha dato a migliaia di lavoratori».
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