Cronaca

Bisceglie in marcia per ricordare Sergio Cosmai 32 anni dopo. Tutte le foto

Pinuccio Rana
Bisceglie in marcia per ricordare Sergio Cosmai 32 anni dopo
Il commosso ricordo della moglie del Direttore del carcere di Cosenza, trucidato dalla criminalità organizzata
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Il 12 marzo 1985 moriva Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza, trucidato sotto i colpi della criminalità organizzata.

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Cosmai  fu un esempio di legalità, vittima di una tragedia che non va dimenticata, ecco perché  nel giorno del 32esimo anniversario della scomparsa è stato ricordato alle nuove generazioni.

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Il presidio Libera "Sergio Cosmai"  ha organizzato la manifestazione: scuole, associazioni, istituzioni hanno ricordato Sergio Cosmai con un corteo partito da piazza Armando Diaz, proseguendo via Aldo Moro per poi giungere in piazza Vittorio Emanuele dove fu piantumata la magnolia del ricordo delle vittime di mafia.

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La moglie di Sergio Cosmai, Tiziana Palazzo ha ricordato i momenti di 32 anni fa e l'uomo che era Gino: "Proprio in queste ore, 32 anni fa, un'ambulanza riportava a casa Sergio Cosmai, ormai privo di vita. Era il direttore del carcere di Cosenza e il suo lavoro l'aveva svolto con dedizione e onestà, ristabilendo gli equilibri in una istituzione dello stato in cui, prima del suo arrivo, comandavano i boss dell'ndrangheta calabrese. Ad essi venivano concessi privilegi e favori. I boss erano rispettati e riveriti, ordinavano omicidi, commettevano omicidi. Entrava di tutto in quel carcere. Come spesso ho letto sui giornali, dopo il suo assassinio, "Quel carcere era un colabrodo".

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Il dott. Cosmai fece ciò che un onesto funzionario dello Stato dovrebbe sempre fare. Applicò il regolamento, ridimensionò, fino ad annullarlo del tutto, lo strapotere dei boss mafiosi, restituì dignità agli agenti di custodia che in quel carcere, fino ad allora, avevano ricevuto oltraggi, intimidazioni e sputi dai detenuti. Questo agire normalmente del giovane funzionario non andava bene ai boss, e, uno di questi, il boss Franco Perna ordinò il suo assassinio e inviò tre killer ad ucciderlo, senza pietà, per dargli una lezione esemplare, definitiva. I tre killer lo attesero sulla strada che percorreva di solito per andare a prendere la sua bambina, Rossella, di nemmeno tre anni all'asilo. Lo attesero e spararono, tra l'indifferenza di mille tapparelle abbassate, di mille occhi che non vollero vedere e altrettante bocche che non vollero parlare mai per consentire che almeno quel giovane funzionario dello stato, biscegliese, avesse giustizia subito.

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Oggi, Lui è in tutti i vostri sguardi, nei vostri pensieri, in questo corteo faticosamente organizzato dal presidio biscegliese di Libera, un pugnetto di persone, 3,4, che ancora credono che valga la pena impegnarsi perchè tutti loro, le vittime innocenti delle mafie, SIAMO".

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Erano presenti alla manifestazione Pinuccio Fazio, padre di Michele Fazio, ucciso in un vicolo di Bari vecchia a soli 16 anni, il 12 luglio del 2001, vittima per errore di uno scontro a fuoco tra i clan rivali Capriati e Strisciuglio, la sorella di Gianni Carnicella, Sindaco della Città di Molfetta, che il 7 luglio 1992 alle 14.30 circa veniva raggiunto da un colpo di fucile a canne mozze ad opera di Cristoforo Brattoli sulla scalinata che portava al Comune di Molfetta, il sindaco e il vice sindaco di Bisceglie Francesco Spina e Vittorio Fata e i consiglieri comunali Angelantonio Angarano, Gianni Casella, Roberta Rigante, Giorgia Preziosa.

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In piazza, ad opera degli studenti, è stata data lettura dei nomi delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie. A tutti noi spetta il compito di tramandare l'importanza della figura del dott. Sergio Cosmai ai giovani, riconoscendo alla vita di questi grandi uomini il ruolo di consolidatori della nostra preziosa democrazia.

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martedì 14 Marzo 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 7:48)

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