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“I volti della violenza a teatro”, il primo libro del regista biscegliese Francesco Sinigaglia

La Redazione
Con il microfono il regista biscegliese Francesco Sinigaglia
E' in libreria dopo l'anteprima di presentazione presso la XXX edizione del Salone internazionale di Torino
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Il regista e drammaturgo Francesco Sinigaglia approda in libreria in qualità di autore del saggio critico dal titolo “I volti della violenza a teatro”, dopo l’anteprima di presentazione presso la XXX ed. del Salone internazionale di Torino.

“I volti della violenza a teatro”, una edizione TRALERIGHE di Lucca, tratta Il delicato, e talvolta scomodo, tema della violenza applicato alla scena teatrale sulla base dell’immediata rappresentazione e mimesi attoriale, e più in generale sul piano della letteratura teatrale italiana e europea, che ha da sempre affascinato, e spesse volte incantato, molti autori e drammaturghi nel corso della storia. Scrittori e letterati, calati nel loro preciso contesto storico, si sono dovuti confrontare con i propri obiettivi poetici e con la tradizione teatrale, sin dalla lectio di Aristotele e dal discorso di Poetica.

La tragedia nel corso del Cinquecento possiede per ogni pertinente livello un elevato grado di astrazione che l’allontana dalla vita concreta e reale, dalla verosimiglianza. Il contesto teatrale novecentesco, ed in particolare quello in cui Pirandello va inserendosi, che prosegue la trattazione della violenza a teatro, è quello del dramma borghese. Nell’approccio analitico al teatro contemporaneo, il discorso relativo al tema della violenza è esaminabile secondo una prospettiva al femminile, intesa nel senso di un teatro paradigmatico nello studio della ‘vittima’: nel particolare si fa riferimento alla figura della scrittrice Dacia Maraini.

Il lavoro “I volti della violenza a teatro” nasce dall’idea di voler raccontare in chiave contemporanea l’universo teatrale che porta come suo tema ricorrente quello della violenza: fisica, psicologica, verbale, non verbale dal Cinquecento – momento storico in cui è ripresa in modo importante l’analisi delle opere aristoteliche, ed in primis la Poetica, con il suo confronto ai latini – passando per Machiavelli, Pirandello – dove l’argomento prende una deriva più intellettuale e si sposta progressivamente sulla scena, sino a Dacia Maraini in una prospettiva incentrata sui rapporti casalinghi – nell’intorno compreso tra le mura domestiche dove, almeno teoricamente, regnerebbe la pace.

Figura simbolo dell’opera è la contemporanea Dacia Maraini, oltre che grandissima donna di lettere, è un’esperta conoscitrice dell’arte teatrale. Partendo dalle carceri e da una propria e personale idea di teatro, mette in scena storie vere con impronta giornalistica: ella non commenta il fatto, si limita – e forse qui il grande insegnamento – a portare agli occhi teatrali una violenza verbale e fisica che sgorga nel sangue; violenza che Aristotele considerava lontana dall’orchestra e dalla skené del teatro greco antico. Nella considerazione filologica, il teatro antico è sorto dall’idea di finzione della realtà: una persona che finge, traslitterando il latino, corrisponde a una maschera che crea, ovvero inventa. Una storia accorda gli attori e gli spettatori in tacito accordo non scritto.

Il libro – in forma cartacea – è disponibile nelle maggiori librerie italiane o presso il seguente indirizzo: https://www.ibs.it/volti-della-violenza-a-teatro-libro-francesco-sinigaglia/e/9788899141967?inventoryId=75046977. A Bisceglie è possibile recuperare l’opera presso Cartoleria Piave, in via Piave 35.

giovedì 15 Giugno 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 5:18)

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