Cronaca

Siccità, Coldiretti Bari: «Richiesto lo stato di calamità»

La Redazione
Siccità
Crack cereali fino a - 70% grano altopiano della Murgia
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È un «bollettino di guerra» quello scritto da Coldiretti Bari: «nelle campagne della provincia di Bari, con danni ingenti a causa delle alte temperature e della siccità soprattutto sull’altopiano della Murgia».

«Abbiamo chiesto la dichiarazione di stato di calamità al presidente Emiliano, all’assessore all’agricoltura Di Gioia, ai Prefetti di Bari e Bat – afferma il delegato confederale, ngelo Corsetti – perché la siccità ha determinato un crollo delle rese e il conseguente mancato reddito per gli agricoltori.

Parliamo di un crollo dal 30% minimo con punte fino al 70% della produzione di grano sull’altopiano della Murgia. Addirittura alcuni stanno decidendo di non trebbiare le lenticchie, a causa della scarsa raccolta di prodotto che non consentirebbe di recuperarne i costi.

Le piogge sono crollate del 76% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, passando dai 237 millimetri dell’anno scorso ai 57 a giugno 2017.

Gli effetti sull’agricoltura sono evidenti e preoccupanti, dato che i quantitativi di acqua accumulati negli invasi continuano a registrare una progressiva differenza negativa a causa della drastica diminuzione di piogge. La siccità ha attanagliato per mesi il granaio d’Italia delle province di Foggia e Bari e aspettiamo di verificare gli effetti reali sugli ulivi. Sarà certamente necessaria l’irrigazione di soccorso per alleviare le coltivazioni pugliesi dall’arsura».

Secondo l’elaborazione di Coldiretti Puglia dei dati forniti dal Consorzio di Bonifica della Capitanata, ad oggi il livello di metri cubi d’acqua è pari a 230 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 267 dello stesso periodo dell’anno scorso, con un calo di 36,9 milioni.

«La situazione è allarmante – aggiunge il direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – perché la mancanza di acqua sta provocando un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole e un’elevata perdita di economia indotta. Si registra, infatti, una diminuzione secca delle giornate lavorative offerte dall’agricoltura, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario.

La risposta a gravità così inusitate, sommate a già avanzati processi di salinizzazione delle falde freatiche di interi territori agricoli, non può essere confinata nei normali ed usuali strumenti emergenziali».

«Gli animali nelle stalle stanno soffrendo, con un calo – per fortuna ancora lieve – della produzione di latte. Per questo, in un quadro pugliese dove l’acqua all’agricoltura viene centellinata, si dovrà a breve prevedere l’irrigazione di soccorso per evitare che risultino vanificati gli investimenti avviati per la campagna agraria di ortaggi e frutta.

Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte anche se in soccorso in molte stalle sono scattate le contromisure con l’accensione di ventilatori e doccette refrigeranti e l’utilizzazione di integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori che fanno, però, aumentare in misura esponenziale i costi a carico delle imprese.

Al contempo sono drammatici gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione» aggiunge Coldiretti Puglia.

La Puglia convive ormai con un vero e proprio paradosso idrico. Da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall’altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l’aggravante che l’acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc.

D’altro canto il clima impazzito, ormai una costante in Puglia, determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno.

Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno di incrinare l’andamento del settore agricolo pugliese» conclude l’associazione di categoria.

giovedì 29 Giugno 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 4:28)

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