Cronaca

Inchiesta vaccini, dietrofront della famiglia che aveva denunciato

La Redazione
Le mamme biscegliesi per la libertà sui vaccini
L'udienza in camera di consiglio, davanti al gip Francesco Messina
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La decisione arriverà nelle prossime settimane. Intanto la coppia di genitori che, nel 2014, aveva denunciato la possibile correlazione tra la somministrazione dei vaccini pediatrici e l’insorgenza dell’autismo nei loro due figli ha rinunciato all’opposizione contro la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Trani.

L’udienza in camera di consiglio si è tenuta davanti al gip Francesco Messina. Il giudice, com’era prevedibile, si è riservato la decisione. Alla sua attenzione, tuttavia, c’è anche la richiesta di opposizione avanzata da un’altra famiglia del Nord Barese, che tre anni fa si unì al coro di denunce scaturito dopo la prima segnalazione e l’apertura del fascicolo del pm Michele Ruggiero per lesione personali gravissime (a carico di ignoti).

Il caso, che portò alla ribalta nuovamente la Procura tranese, era quello di due fratellini conforme diverse di autismo, contratte – secondo quanto denunciato – in seguito alla somministrazione del vaccino Mpr (morbillo, rosolia e parotite). La Procura, in seguito alla denuncia, aveva affidato a una commissione medica il compito di valutare il caso dei due fratellini, sulla base della documentazione in possesso della famiglia e di visite mirate, per stabilire se appunto ci fosse un nesso tra le loro condizioni fisiche e i vaccini loro somministrati.

Le conclusioni, però, lascerebbero poco spazio ai dubbi: “nel caso in questione – scrissero oltre un anno fa i medici – non sono identificabili elementi che possono avvalorare (neppure in termini di elevata probabilità) una relazione causale tra la somministrazione delle dosi vaccinali effettuale” ai due bambini “e l’attuale quadro clinico, inquadrabile nell’ambito di un disturbo generalizzato dello sviluppo”. La commissione medica, che ha depositato già un anno fa le sue conclusioni, era composta dall’epidemiologo e dirigente di ricerca dell’Iss (Istituto superiore di sanità) Giovanni Rezza, dal cardiologo Aldo Domenico Giuseppe Ferrara, dalla neurologa Francesca Romana Fusco e da un noto medico antivaccinista, Roberto Gava (farmacologo, radiologo, tossicologo e omeopata di recente radiato dall’ordine dei medici veneti).

Nella perizia scrivevano che “non sono identificabili elementi che possono avvalorare (neppure in termini di elevata probabilità) una relazione causale tra la somministrazione delle dosi vaccinali effettuate” ai due bambini “e l’attuale quadro clinico, inquadrabile nell’ambito di un disturbo generalizzato dello sviluppo” e che “un vero e proprio nesso tra trattamenti vaccinali e sindromi dello spettro autistico non può essere individuato”. Secondo gli esperti, però, ci possono essere, in alcuni casi, “fattori predisponenti all’encefalopatia con ritardo psicomotorio e del linguaggio”.

Ma queste forme di encefalopatia “si presentano – avvertivano – nel periodo immediatamente successivo alla vaccinazione e impediscono nella loro fenomenologia lo sviluppo psicomotorio regolare che si è osservato nei fratelli nei molti mesi (anche anni) seguenti l’inoculo”.

La loro diagnosi parlava “disordine dello spettro autistico con marcato impegno funzionale”, ritenendo “non condivisibile” quella del consulente di parte dei genitori dei due bambini, Massimo Montinari, medico anch’egli noto per le sue posizioni anti vax, di recente sospeso dall’ordine dei medici di Firenze per 6 mesi dopo aver pubblicato un libro nel quale presentava il suo metodo per curare l’autismo con omotossicologici e integratori tra i quali i fermenti lattici. Tuttavia venivano sollevate critiche nei confronti degli organismi mondiali sanitari responsabili in materia di vaccini (Oms, Acip e Aafp).

lunedì 3 Luglio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 4:28)

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