Credo sia opportuno che la politica faccia un passo indietro nel rispetto delle prerogative della scienza». Filippo Anelli, presidente regionale dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) commenta l’ennesima bufera di polemiche scatenate dopo le dichiarazioni del presidente della Regione, Michele Emiliano, rispetto alla legge sull’obbligo vaccinale.
L’8 luglio 2016 – ricorda l’Omceo – lontano dalle polemiche politiche che la legge sui vaccini ha scatenato, la professione medica ha già espresso la sua posizione rispetto all’obbligo vaccinale. “Nella storia della medicina i vaccini rappresentano una delle più grandi vittorie sulle malattie e sono tra i presidi più efficaci mai resi disponibili per l’uomo” si legge nel documento pubblicato oltre un anno fa dall’Ordine nazionale.
«La scienza – che l’articolo 33 della Costituzione riconosce libera da condizionamenti – ha validato negli anni l’uso delle vaccinazioni, che hanno permesso di debellare malattie un tempo endemiche e di abbattere l’incidenza di menomazioni e della mortalità infantile» ricordano i camici bianchi.
«Invito la politica a rispettare il dettato costituzionale ed ad accettare quanto è stato dimostrato con evidenza scientifica – continua Anelli – per evitare di prestare il fianco a chi con ingiustificato scetticismo alimenta confusione e paura nei cittadini».
«La legge sull’obbligo vaccinale – commenta l’Omceo – avrebbe forse potuto seguire un iter più condiviso, per evitare di alimentare conflitti che non fanno certo bene né alla coesione sociale né alla propensione dei cittadini a vaccinarsi. Tuttavia, ora è il momento di partire dalla verità riconosciuta dalla comunità scientifica per tutelare la salute pubblica come bene comune e creare consenso attorno ad una norma giusta, attraverso la corretta informazione dei singoli. I medici sono pronti come in passato a svolgere questo importate ruolo di assistenza per rispondere a dubbi e timori dei pazienti e far comprendere loro perché vaccinarsi è una pratica di civiltà, sicura ed efficace, che tutela se stessi e gli altri, in particolare i soggetti più deboli».
«Non comprendo come in nome di una libertà individuale illimitata e non motivata si possa consentire a qualcuno di mettere in pericolo la collettività – conclude Anelli – e in particolare si possa minacciare la salute dei soggetti più fragili, quelli che la nostra società dovrebbe maggiormente tutelare, perché sulla difesa dei più deboli si misura la nostra civiltà