Cronaca

Sviluppo, crescita e lavoro. Bisceglie ha tracciato la strada per tutta la Bat

Emmanuele Daloiso*
Bisceglie splende dall'alto
L'analisi degli indicatori economici a cura di Emmanuele Daluiso, Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
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Una analisi obiettiva, non condizionata dalle logiche della politica, ma basata sugli indicatori economici. Ed il quadro che ne vien fuori è particolarmente significativo per la città di Bisceglie che, accanto a naturali criticità tipiche delle città del Sud Italia, può guardare al futuro con fiducia.

Ecco il testo pubblicato nell’edizione di sabato della Gazzetta del Mezzogiorno a firma di Emmanuele Daluiso*. Ovviamente si ringrazia anche la Gazzetta del Mezzogiorno per la disponibilità mostrata nei confronti di BisceglieLive.it che ripropone integralmente l’intervento del Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles.

«Nel mese di luglio scorso, in occasione di un convegno a Barletta presso la libreria La Penna Blu sul tema della mobilità sostenibile, a cui ero stato invitato per relazionare, ho incontrato il Sindaco di Bisceglie Francesco Spina che, a margine del convegno mi chiedeva cosa ne pensassi della città di Bisceglie.

Mi è così venuta l’idea di analizzare un po’ di dati per mettere a punto un breve profilo socio-economico di Bisceglie, inquadrandolo nel contesto territoriale di riferimento, cioè dei comuni limitrofi e della provincia Barletta-Andria-Trani a cui appartiene amministrativamente, e mettere in rilievo suoi punti di forza e di debolezza.

Il quadro che emerge da tali analisi mette in rilievo una città che, in quanto parte del Sud, presenta delle criticità, ma che nel suo insieme mostra di essere una città vitale.

Sintetizzo i risultati più significativi della mia analisi nei seguenti quattro punti.

Una città a geometria variabile, cerniera fra Bari e la BAT

Bisceglie è un comune di relativamente piccole dimensioni territoriali, appena 69,25 kmq, cioè il 4,5% della superficie provinciale, ma con una popolazione che supera le 55 mila unità e rappresenta oltre il 14% della popolazione provinciale. É quindi un territorio ad alta densità demografica, che in qualche modo significa anche alta complessità socio-economica. Ma la complessità oggi sappiamo che è foriera di grandi possibilità di risposta alle criticità dello sviluppo.

Un esempio di tale complessità è data dal fatto che Bisceglie, pur appartenendo amministrativamente alla Provincia Barletta-Andria-Trani, da un punto di vista economico appartiene al sistema locale del lavoro di Molfetta. Inoltre, Bisceglie appartiene: al GAL Ponte Lama, l’organismo che si occupa di sviluppo rurale e che comprende Trani, Bisceglie e Molfetta.

Questa diversa appartenenza amministrativa ed economica mi induce, prima di tutto, a pensare a Bisceglie come a una città cerniera in termini territoriali, un territorio che unisce i territori della Città Metropolitana di Bari e della Provincia Barletta-Andria-Trani.

Grazie al ruolo di cerniera fra la Città Metropolitana di Bari e la Provincia Barletta-Andria-Trani l’intero sistema locale del lavoro di Molfetta, a cui Bisceglie appartiene, mostra livelli di disoccupazione più bassi rispetto a quelli dei sistemi locali del lavoro di Bari e di Barletta (17,3% contro 19,1% e 21,5%).

Una città che guarda al mare e al turismo

Un secondo aspetto rilevante mi pare essere quello di una città di mare che guarda al mare, un fatto non scontato.

Proprio la costa mi pare essere un buon esempio di come la sinergia tra il pubblico e privato abbia prodotto risultati significativi, grazie agli investimenti fatti dal Comune nel corso degli ultimi trenta-quarant’anni, una sinergia che ha creato le condizioni di base per lo sviluppo turistico, tanto che oggi Bisceglie si presenta come una meta turistica emergente nel contesto regionale e italiano.

Le presenze turistiche a Bisceglie, infatti, sono passate tra il 2000 e il 2016 da 30 mila a 74mila, con una crescita pari al 144 %, più della crescita registrata dall’intera provincia BAT pari all’ 83% e di quella registrata dalla Puglia pari al 67%.

Bisceglie è il terzo comune della BAT per presenze turistiche, dopo Barletta che ne conta circa 86 mila e Trani che ne conta circa 76 mila. Ma se guardiamo i dati sulla turisticità, che misura il livello di sviluppo turistico, dato dal rapporto presenze turistiche/abitanti, Bisceglie presenta un valore ben sopra il livello medio della BAT (1.330 contro 829 presenze per abitante).

Naturalmente è ancora un livello di sviluppo ancora ben sotto quello raggiunto dalla Puglia e ancor più dall’Italia nel suo insieme, ma il valore di crescita di tale indice fra il 2000 e il 2016 lascia ben sperare per il futuro. In questo periodo è cresciuto del 126%, contro il 78,6% della BAT, il 65% della Puglia e il 10% dell’Italia.

Questi positivi risultati sono stati il frutto della capacità ricettiva che Bisceglie è riuscita a sviluppare. È ancora una capacità insufficiente, se paragonata a quella pugliese e italiana, ma superiore a quella provinciale. La dotazione di posti letto per mille abitanti di Bisceglie è infatti pari a 17,7 rispetto a 13,4 della media provinciale, a 67,6 della media pugliese e 81,6 della media nazionale.

In linea con la media nazionale è l’indice di utilizzazione dei posti letto (0,21 rispetto a 0,22), più alto della media provinciale (0,17) e della media regionale (0,14).

La specializzazione agricola

Un terzo aspetto che mi preme sottolineare è quello della specializzazione agricola: pur essendo Bisceglie un territorio di ridotte dimensioni, i suoi agricoltori hanno saputo puntare sulla specializzazione.

In effetti, la superficie agricola per abitante è di appena 88 ettari per abitante, rispetto ai 284 della media BAT, ai 343 della media pugliese e ai 288 della media nazionale.

In considerazione della sua ridotta estensione, l’agricoltura locale ha puntato a specializzarsi. I dati dell’ultimo censimento dell’agricoltura del 2010 evidenziano che oltre il 97% della superficie agricola utilizzata del territorio di Bisceglie è destinata a coltivazioni legnose e vite.

All’interno di questa specializzazione, un’ulteriore specializzazione è quella della produzione di ciliegie. Si stima che la Puglia sia la prima regione italiana per produzione di ciliegie, e all’interno della Puglia i poli più importanti sono quello di Conversano, che raggruppa altri comuni del sud Barese, e quello di Bisceglie che si è esteso nei territori di Corato e Ruvo di Puglia.

Questa crescente specializzazione di Bisceglie ha spinto i produttori ad aggregarsi nel Consorzio di tutela e valorizzazione della ciliegia di Bisceglie.

Il Comune investe in infrastrutture per lo sviluppo

Un quarto aspetto è legato alla capacità del Comune di investire in infrastrutture e servizi, presupposti indispensabili per pensare allo sviluppo di lungo termine.

Pur essendo un comune del Sud, la sua capacità di investimenti pubblici è di tutto riguardo. Nel periodo 2011-2015, che è stato un periodo di progressive riduzioni dei trasferimenti pubblici nazionali, figlie in parte del federalismo fiscale abbracciato dall’Italia già molti anni fa e in parte della più recente politica europea di austerità fiscale, la capacità di investimento del Comune di Bisceglie si è rafforzata rispetto al periodo precedente (173 euro per abitante in media annua nel periodo 2011-2015, contro 133 euro del periodo 2006-2010). Inoltre, nel periodo 2011-2015 la media annua di investimento per abitante è stata a Bisceglie più alta di quella complessivamente registrata dai comuni pugliesi, pari a 138 euro per abitante ed evidenzia una significativa capacità dell’amministrazione comunale di investire sia con risorse proprie che con l’accesso a finanziamenti nazionali ed europei, in gran parte oggi transitanti dalle casse regionali.

Guardando alla finalità degli investimenti il Comune di Bisceglie ha privilegiato nell’intero periodo esaminato, cioè il periodo 2006-2015, la gestione del territorio e dell’ambiente, con una media annua per abitante di 95,4 euro. Questa finalità è stata rafforzata fra il 2011 e il 2015 rispetto al periodo 2006-2010 (106,6 euro contro 84,2 euro per abitante).

Rilevanti sono stati anche gli investimenti comunali per lo sviluppo socio-culturale, con una media annua fra il 2006 e il 2015 di 34,9 euro per abitante, e una maggiore intensificazione fra il 2011 e il 2015 (47,2 euro per abitante).

Sono stati anche realizzati finalizzati allo sviluppo economico, con una media di 20,1 euro per abitante fra il 2006 e il 2015.

Emmanuele Daluiso
Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Membro dell’AISRE-Associazione italiana di scienze regionali

domenica 3 Settembre 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 1:47)

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