Cronaca

I Commercialisti: «Lo Stato deve cominciare a confrontarsi con le imprese e le professioni»

La Redazione
Antonello Soldani
L'intervento del Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani
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«I commercialisti italiani non sono abituati a fare polemiche e men che mai buttarla in caciara. Sono abituati a lavorare sodo per soddisfare le esigenze dei loro clienti e contribuire con il proprio impegno ad assolvere ad un compito fondamentale: garantire l’afflusso delle tasse nelle casse dello Stato che potranno essere impiegate per la realizzazione dei servizi indispensabili ai cittadini. Ciò, però, non vuol dire che i commercialisti siano disposti ad ingoiare qualunque rospo provenga dai burocrati di Stato».

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E’ durissimo il Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani, nel commentare il documento a firma del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, contro cui si è già scagliato l’ex Presidente della Cassa di Previdenza dei dottori commercialisti, Renzo Guffanti.

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Così come sottolineato da Renzo Guffanti che, a sua volta, ha ripreso un testo redatto dal commercialista Alessandro Pratesi, il problema dell’Agenzia delle Entrate sembra essere rivolto solo a combattere i paletti imposti dalla Privacy, invece che occuparsi del fatto che lo Stato ha completamente scaricato sulle spalle dei commercialisti italiani il peso di un ruolo che neanche competerebbe loro.

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«I carichi di lavoro cui sono sottoposti i commercialisti italiani – spiega il Presidente Soldani – sono insostenibili. L’infinita sequenza di scadenze, adempimenti e compiti, sono ormai una giungla inestricabile. Le trappole per i 100mila commercialisti italiani sono dietro ogni angolo, amplificate da una burocrazia che riesce a ingarbugliare persino ciò che decide in nome della semplificazione. Riprendo solo un passaggio dei citati interventi che mi sembra possa chiarire magnificamente il caso: “Chiedo se Lei (rivolgendosi al Direttore dell’Agenzia delle Entrate), che ha firmato la circolare n. 7 del 25.06.2021 – ben 539 pagine – e che, a più riprese, recita il mantra della semplificazione, abbia contezza della pretesa surreale sottostante a tale circolare: non le sarà sfuggito, anzitutto (altrimenti corre l’obbligo di ricordarglielo) che nel 2020, più o meno nello stesso periodo, la circolare n. 19/2020 constava di 411 pagine; ebbene, Lei e i suoi burocrati vi siete superati (e sembrava impossibile): ben 128 pagine in più”. In altre parole, i nostri burocrati riescono a ingarbugliare anche i provvedimenti creati con lo scopo di semplificare le procedure e snellire i rapporti tra cittadini e Stato».

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«E’ arrivato il momento – conclude il Presidente Soldani – che tutti gli apparati pubblici, a cominciare da quelli che si occupano di economia e finanze, comincino a confrontarsi seriamente con il mondo delle imprese e delle professioni. E che si metta mano al vero nodo della questione: il peso intollerabile del prelievo fiscale e previdenziale. L’aver distribuito il prelievo in decine di appuntamenti diversi nel corso dell’anno solare non deve trarre in inganno: le imprese e i cittadini non riescono più a farvi fronte e i commercialisti sono arrivati ormai al collasso, strangolati da una miriade di scadenze e da aggiornamenti continui di circolari e note esplicative, spesso in contraddizione tra loro, che hanno reso le giornate lavorative infinite. Altro che le 8 ore di lavoro dei burocrati di Stato che hanno anche la garanzia della domenica libera. E loro, intanto, parlano solo di Privacy».

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martedì 29 Giugno 2021

(modifica il 28 Luglio 2022, 1:36)

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