Traversata da Porto a Porto Argentario per un totale di 22 chilometri a nuoto completata con successo in 6 ore e 28 minuti. Daniel Douglas Di Pierro racconta, la sua nuova impresa sportiva:
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«Il bello del nuoto in acque libere – racconta – è che ogni esperienza é sempre una novità e anche ripetere la stessa distanza o la stessa traversata più volte porterà ad affrontare avventure sempre differenti. La distanza di questa travesata (22 km) é una distanza da me già acquisita in passato, tuttavia non é stata esente da avversità (nulla di particolare e che non ha pregiudicato la prestazione ma qualcosa di nuovo che merita un racconto approfondito). Iniziamo: sveglia alle 3 di notte per i preparativi pre gara, il tutto per vedersi nel luogo dell'incontro con amici a Porto Santo Stefano alle 4:30; partenza traversata da Porto Ercole: ore 6:30; inutile dire ed è scontato che la location è fantastica soprattutto per chi nuota respirando a destra.
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Condizioni metereologiche marine: ondette che ci hanno fatto ballare per tutta la traversata, 50/60 cm di onda, un walzer contiuo che ci ha fatto danzare per tutto il corso della traversata, soprattutto nell'ultima ora.
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Temperatura dell'acqua: molto calda come da noi in Puglia, il che vuol dire maggior bisogno e necessità di integrarsi rispetto alle acque fresche che ci accompagnano nelle altre stagioni.
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Fauna marina: nessun avvistamento
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Momento critico: come ogni traversata che si rispetti c'è sempre un momento critico e questa volta è stato atipico: ho accusato per un paio di ore un po' si mal di stomaco e nausea per un motivo particolare, il diesel delle imbarcazioni che sentivo in alcuni frangenti mentre respiravo (magari a causa del caldo si è amplificato questo mio fastidio, chissà) e soprattutto quando il mare è mosso capita a tutti di bere per sbaglio acqua. Ecco, ho bevuto nel momento sbagliato in un paio di occasioni, beccandomi proprio benzina diluita nell'acqua. Mi sono sentito un peso nello stomaco per un paio di ore unendo il tutto al walzer con le onde ed é stato messo a dura prova il mio stomaco, più il corpo che la mente. Esperienza di cui farò tesoro perché prevedo a Manhattan ben peggio che semplice benzina in acqua, chissà».
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