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La lettera di inizio anno di Paolo Farina: «Cara, vecchia e sempre giovane Scuola»

La Redazione
prof. Paolo Farina
«Questo è un anno quanto mai speciale: il terzo sfregiato dalla pandemia, ma il primo che ci vede tornare alle preziose e insostituibili lezioni in presenza. Ce la metteremo tutta, useremo tutte le precauzioni»
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Sentimenti diversi si sono incontrati questa mattina in tante scuole d'Italia: a settembre inizia il nuovo anno scolastico e Paolo Farina, dirigente del CPIA Bat, ha scritto una lettera per un ritorno particolare.

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«Cara Scuola, ci risiamo. Si riparte.

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Ancora un anno, il trentesimo per quanto mi riguarda, il secondo da dirigente del CPIA BAT, ma per tanti di noi, in diversa veste, il primo anno di servizio o il primo anno di ritorno, da adulti, tra i banchi.

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È questo il tuo segreto: ogni anno, è un anno nuovo. Sei sempre la stessa eppure sempre ti evolvi, cara, vecchia e sempre giovane Scuola.

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Questo poi è un anno quanto mai speciale: il terzo sfregiato dalla pandemia, ma il primo che ci vede tornare alle preziose e insostituibili lezioni in presenza. Ce la metteremo tutta, useremo tutte le precauzioni che è umanamente possibile assumere, ma che bello che si torni a guardarsi occhi negli occhi …almeno questo le mascherine non ce lo possono togliere!

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Voglio dirti che ti sono grato: come uomo e come cittadino. Come uomo, sei stata tutta la mia vita e ti devo tutto. Come cittadino, sono consapevole di quanto il tuo contributo abbia fatto l’Italia.

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Sì, molto più che i fucili e i cannoni, molto prima che con pur necessarie scelte politiche ed economiche, l’Italia è stata fatta dai maestri che hanno insegnato a leggere e scrivere, dai prof che hanno trasmesso i fondamenti del sapere, che ci hanno insegnato Dante ed Einstein, Giotto e Cartesio, Alda Merini, Maria Montessori e Rita Levi Montalcini.

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Sono soprattutto loro che ci hanno insegnato il gusto della libertà, il valore dei diritti, il profumo della conoscenza, la bellezza del rispetto reciproco.

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Per questo, ti dico grazie e per dirlo a te non posso che rivolgerlo a tutta la comunità educante. Ringrazio tutti: i docenti, il personale non docente, gli studenti, le loro famiglie e persino la macchina burocratica che tanto ci fa penare, ma della quale non possiamo fare a meno.

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Che sia un anno nuovo. Che sia un anno bello. Che sia un anno tutto nostro. Libero da ciò che ci ha costretti a casa.

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E che sia un anno in memoria di quelle donne e di quegli uomini di scuola che, in pandemia, hanno perso la vita. Per loro e per tutte le altre vittime, ti auguro buon anno, cara, vecchia e sempre giovane Scuola».

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giovedì 2 Settembre 2021

(modifica il 27 Luglio 2022, 22:42)

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