Attualità

Grande successo per Bisceglie Unita con il contest Art4Future

La Redazione
L’opera vincitrice e l’artista Mariarosaria “Aria” Cassanelli
Vince il concorso la biscegliese Mariarosaria Cassanelli, in arte "Aria"
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Si è tenuto domenica 3 ottobre “Art4Future”, primo contest artistico dell’organizzazione Bisceglie Unita. Il contest, tenutosi presso il Palazzo Tupputi di Bisceglie ha visto la partecipazione di decine di artisti locali.

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“Volevamo cambiare le cose, almeno nel nostro piccolo, e abbiamo pensato che l’arte è da sempre motore di cambiamento, quindi abbiamo avviato una call di artisti, abbiamo chiesto loro di smuovere coscienze con le opere, far capire a chi le guarda che è giunta ora di lavorare attivamente per il nostro pianeta, e l’obiettivo è stato raggiunto”, afferma Tommaso Di Pinto, presidente di Bisceglie Unita.

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Parallelamente alla mostra si è tenuto un convegno con membri delle istituzioni e del terzo settore: l’Assessore all’ambiente del Comune di Bisceglie, Dott. Giovanni Naglieri; la dottoressa Vanessa Spadavecchia, Biologa per L’oasi WWF di Policoro e Gennaro Cifinelli per Fridays For Future.

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Vince il concorso la Biscegliese Mariarosaria Cassanelli, in arte “Aria” con l’opera “Mottainai”, un robot realizzato in 100% materiale di riciclo, capace di migliorare il processo di crescita delle piante.

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Di seguito, la descrizione dell’opera a cura dell’artista Aria:

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Mottainai – Installazione

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L’inarrestabile corsa al progresso ci spinge continuamente ad esigere di più: il fine ultimo è quello di placare un avido appetito, saziare una fame incessante divorando il pianeta dall’interno è prosciugandone le risorse. Non si tratta di un reale bisogno, bensì di spreco, eccesso, dispendio. Come un treno in corsa verso il capolinea, l’obiettivo primario è solo quello di raggiungere la meta prefissata, ma come si può arrivare lontano facendo terra bruciata di tutto ciò che c’è attorno? È da questo paradosso che nasce l’idea di partenza dell’opera: può definirsi progresso ciò che non fa altro che inquinare e demolire la natura? Con quale superbia si pretende che una pianta cresca senza la luce del sole? Il nucleo dell’opera è costituito da una lampadina fitostimolante recuperata da un acquario in disuso che illumina una piccola pianta. Si tratta di una lampadina fluorescente appositamente studiata per favorire la crescita delle piante e ottimizzarne il processo di fotosintesi.

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Il tutto è racchiuso all’interno di un secchio di pittura in plastica che costituisce il busto di un grande robot, simbolo dell’inquinamento che annienta ciò che resta di un ecosistema decadente.

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L’opera è realizzata al 100% con materiali riciclati e di recupero, a partire dai barattoli in latta ricavati da confezioni di pomodori pelati e cibo per cani, fino al materiale elettrico, al nastro isolante, alle fascette in plastica e alla vernice, il tutto recuperato dallo scarto di un lavoro di ristrutturazione. Il titolo dell’opera “Mottainai” deriva da una parola giapponese usata per indicare il senso di rammarico che si prova quando qualcosa di prezioso viene sprecato, può essere tradotto con “non sprecare nulla di degno”

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martedì 5 Ottobre 2021

(modifica il 27 Luglio 2022, 21:46)

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