Cronaca

Tagli europei meno drastici, salvi 400 pescherecci pugliesi a strascico

La Redazione
Un peschereccio
La soddisfazione di Coldiretti. Buone notizie per la marineria di Molfetta e Bisceglie
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Il taglio alla riduzione delle giornate di pesca rispetto alla proposta iniziale è importante per salvare 400 pescherecci pugliesi a strascico che producono circa il 50% del valore dell’ittico regionale Made in Italy e va nella direzione delle richieste effettuate dalla Coldiretti con il supporto del Governo italiano anche se è chiaro che la diminuzione dell’attività avrà un impatto sulle marinerie.

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E’ quanto afferma Coldiretti Impresapesca della Puglia, nel commentare l'accordo raggiunto alla riunione del Consiglio dei ministri europei all’Agricoltura e pesca che fissa i limiti di cattura per oltre 200 stock ittici commerciali con l’obiettivo di tutelare le risorse ittiche nel Mediterraneo e negli altri mari dell’Unione Europea.

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A preoccupare era il rischio che – sottolinea Coldiretti Impresapesca – tagli drastici alle uscite in mare in areali strategici come l’Adriatico e il Tirreno, riducessero di fatto le giornate di pesca al disotto del “punto di pareggio economico”.

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Grazie al pressing della Coldiretti, che nei giorni scorsi aveva sollevato il problema in una lettera al sottosegretario alla pesca Francesco Battistoni, e il lavoro delle autorità italiane, la diminuzione dell’attività decisa dal Consiglio è stata nettamente inferiore rispetto alle proposte avanzate nei giorni scorsi. Una buona notizia per difendere un settore che nel suo complesso conta in Puglia 5000 addetti, oltre a 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta-Bisceglie, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi, che si moltiplicano peraltro considerando l’indotto dei servizi portuali, della officine navali, del commercio, della ristorazione e del turismo.

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Il prossimo passo deve essere quello di superare l’attuale sistema di attività di impresa rigido ed obsoleto – spiega Coldiretti Impresapesca – imposto dai Piani Pluriennali e spesso legato a condizioni quasi impiegatizie della struttura di lavoro, andando verso una possibile gestione flessibile, efficiente nonché in piena sicurezza del lavoro delle giornate di pesca da parte dell’impresa.

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A pesare è anche l’impatto dei cambiamenti climatici – rileva Coldiretti Puglia – che ha profondamente mutato la disponibilità di pescato. Sono apparse nuove specie non comuni nel Mediterraneo e stanno diventando rare specie fino a ieri comuni nei nostri mari.  Pesci, come ad esempio le alacce o la lampuga, sino a qualche anno fa scarsamente presenti a certe latitudini, sono oggi diffusamente presenti nelle acque del centro-nord Adriatico e del Tirreno, mentre sono andate in sofferenza specie tradizionali come le sardine o le alici, messe in crisi dall’innalzamento delle temperature.

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Il tutto tenendo conto – conclude la Coldiretti regionale – della “sostenibilità economica” delle imprese e dei lavoratori, della “sostenibilità sociale” e della tutela dei territori dove le economie che si intrecciano con quelle della pesca impattano sullo sviluppo di vaste aree costiere.

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mercoledì 15 Dicembre 2021

(modifica il 27 Luglio 2022, 18:42)

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