Cronaca

Sistema Trani, annullata in appello condanna a Nardi: “Innocente ma mia vita distrutta”

La Redazione
Michele Nardi
Per incompetenza territoriale, atti andranno a pm Potenza
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La Corte d'appello di Lecce, dichiarando la propria incompetenza territoriale in favore della Procura di Potenza, ha annullato la sentenza di primo grado con la quale l'ex gip tranese Michele Nardi era stato condannato dal Tribunale salentino a 16 anni e 9 mesi per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Il presidente della Corte d'appello di Lecce, Vincenzo Scardia, ha cosi' accolto una delle eccezioni preliminari presentate nella scorsa udienza dal legale di Nardi, Domenico Mariani, e contestate dalla pubblica accusa. Tra queste c'era la competenza territoriale con la quale si chiedeva di spostare a Potenza il procedimento perche' collegato – secondo la difesa – alle funzioni di Carlo Maria Capristo, l'ex procuratore di Trani e di Taranto, indagato nel capoluogo lucano.

"Sono stato trattenuto due anni e mezzo in custodia cautelare in carcere da una Procura e un Tribunale incompetenti territorialmente, cosi' come avevo eccepito sin dal primo momento dell'arresto, anzi ancora prima, in una memoria difensiva che e' stata definita un tentativo di depistaggio e, invece, avevo ragione io". Lo afferma in lacrime l'ex gip di Trani, Michele Nardi, commentando la decisione della Corte d'appello di Lecce. "E' stata distrutta la mia vita, quella della mia famiglia – accusa – da un Tribunale, una Procura che non aveva alcuna competenza in materia. Io voglio far emergere la verita' perche' la verita' e' dalla mia parte. Io sono innocente, l'ho sempre urlato e, nonostante 30 mesi di custodia cautelare, non mi sono mai piegato ad ammettere qualcosa che non avevo fatto perche' io non l'ho fatto, perche' non ho commesso reati e ho avuto il coraggio di andare avanti e di testimoniarlo sulla mia pelle, con 30 mesi di tortura".

Oltre a Nardi il Tribunale di Lecce, il 18 novembre 2020, aveva condannato a 9 anni e 7 mesi di reclusione l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, ritenuto complice dell'ex pm tranese Antonio Savasta (condannato in primo grado con rito abbreviato in un processo-stralcio a 10 anni); 6 anni e 4 mesi erano stati inflitti all'avvocatessa barese Simona Cuomo; 5 anni e 6 mesi a Gianluigi Patruno; 4 anni e tre mesi a Savino Zagaria, cognato di Savasta. Nardi era accusato di aver garantito esiti processuali favorevoli in piu' vicende giudiziarie e tributarie in favore di imprenditori coinvolti nelle indagini dei pm di Trani in cambio di danaro, gioielli e varie utilita'. La sentenza e' stata annullata anche nei confronti degli altri 4 imputati.

venerdì 1 Aprile 2022

(modifica il 27 Luglio 2022, 14:08)

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