Il caso

Ospedale Bisceglie-Molfetta, ancora un rinvio. «Slitta la consegna dello studio di fattibilità»

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Corsia di Ospedale
A svelare la situazione è il presidente del gruppo regionale "Per la Puglia", Saverio Tammacco
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«Doveva essere il giorno della presentazione dello studio di fattibilità per l’ospedale del Nord Barese in commissione regionale Bilancio e invece ci viene detto che siamo ancora alla valutazione di due ipotesi: quella che prevede un ospedale da 280 posti letto come da programmazione del 2019 e quella che ne prevede una riduzione a 250 come da indicazioni del Dipartimento Salute nel 2022. Ipotesi consegnate dalla Asl Bat, nella seconda metà di giugno e sulle quali l’ente appaltante attende le valutazioni e la conseguente risposta del dipartimento cui spetta l’ultima parola su quale delle due ricadrà la decisione».

A svelare la situazione è il presidente del gruppo regionale “Per la Puglia”, Saverio Tammacco che rivela i ritardi sul piano di lavoro per il nuovo ospedale che dovrà sorgere al confine delle città di Bisceglie e Molfetta. Una presa di posizione durissima quella del Consigliere regionale Tammacco: «Non c’è più tempo da perdere. Mi aspetto a questo punto che nella prossima Commissione Bilancio che ho chiesto di convocare sulla vicenda, il 18 luglio, di ricevere la delibera dello studio di fattibilità e quindi di veder completata la procedura per la richiesta dei 106 milioni già stanziati per la costruzione dell’ospedale. Non ci saranno scuse o alibi perché intanto il tempo passa e passa anche per un territorio, quello dei comuni che saranno serviti dal nuovo ospedale, che ad oggi è scoperto. O meglio l’unico presidio su cui le comunità di Molfetta, Bisceglie, Terlizzi, Ruvo, Giovinazzo, possono contare, il Don Tonino Bello è un ospedale con evidenti carenze strutturali, di personale e di apparecchiature».

«E ancora una volta – conclude il Capogruppo Tammacco -a farne le spese sono i cittadini che nell’attesa di poter contare di un Ospedale con la O maiuscola come quello del Nord barese, non possono neppure contare su quello già esistente. “Faremo” “programmeremo”, siamo stanchi di sentire coniugare i verbi al futuro. L’unico tempo che ci interessa è il presente. La campagna elettorale è terminata, e con essa anche la pazienza».

lunedì 4 Luglio 2022

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