Cena terrona 2.0: il ristorante è di casa

Giuseppe Cannillo
In tempi di crisi come questi, dove si da' spazio alla fantasia per arrotondare i propri guadagni e arrivare a fine mese, ecco che sta prendendo sempre più piede un tipo di attività che conta di diventare un vero e proprio business.
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  “Sei proprio bravo a cucinare, perché non apri un ristorantino?”: quante volte ogni bravo cuoco casalingo (non sto parlando di me) si è trovato ad ascoltare una domanda del genere a fine pasto.  Vuoi un po’ di piaggeria da parte degli amici (sto parlando di me!!), vuoi lo spirito benevolo di un fine pasto ad alto tasso alcolico, molti avranno pensato che un ristorante sarebbe veramente la possibilità di cambiare vita. Purtroppo poi ci si scontra con la realtà, quella vera fatta di scogli burocratici e amministrativi, conti da pagare e personale da gestire. Bhè signori c’è una possibilità da sperimentare prima di aprire un “vero ristorante”.
Il modo migliore per partire e sperimentare il giudizio non soltanto di adulanti amici o parenti, ma anche di una platea ben più ampia e critica è l’home restaurant. E ciò è possibile grazie  soprattutto al web.
E che cosà è? I padroni di casa si trasformano in chef e invitano poche persone a mangiare da loro spendendo poco. Le motivazioni sono differenti: socializzazione, passione per i fornelli, integrare il proprio reddito.
E’ un fenomeno quello dell’home food nato pochi anni fa in America ed in Inghilterra e che è destinato ad assumere e a valorizzare tutta la propria positiva potenzialità culturale e sociale nei confini sempre più rilevante della “sharing economy”.
Basta avere una cucina, quella di casa va benissimo: un pò di posto (la famosa stanza sempre chiusa) per ospitare gli ospiti, pochi perché è pur sempre una casa: sapersi organizzare e soprattutto destreggiare tra le pentole perché qui a farla da padrone è la qualità. Non servono autorizzazioni del Comune, dell’Asl grazie all’art. 1 comma 100 della legge finanziaria 2008 n. 244 (del 24/12/2007). Non servono perché chi ha un home restaurant non svolge una attività di ristorazione con somministrazione di alimenti e bevande, ma semplicemente invita amici o persone trovate su internet a consumare nella proprio casa in cambio di un piccolo compenso, e poi chi va a mangiare a casa di uno sconosciuto lo fa a suo rischio e pericolo… Parlo di piccolo compenso perché questa “pratica dell’ospitare” non può eccedere i 5.000,00 € annui di ricavi.
Il tutto è organizzato tramite web e grazie a questo potentissimo strumento potreste intercettare un flusso consistente di persone e far sperimentare la vostra cucina terrona 2.0 proponendola ad esempio ai visitatori di Expo 2015. Ma quella che è in assoluto la forza intrinseca degli home restaurant è l’ambiente familiare, dove tutto è slow e preparato con amore. Oltre all’ottimo cibo si trovano due ingredienti di difficile reperibilità: l’amore per le proprie tradizioni e la passione che ci si mette ai fornelli, peculiarità ancora fortemente radicate soprattutto nel nostro bellissimo meridione.
Fondamentale è l’utilizzo delle varie piattaforme sulle quali promuovere gli home restaurant, tra le quali: gnammo.com, www.homefood.it, www.thesoulfood.it, newgusto.com. Occorre registrarsi, inserire il proprio menù, per chi volesse (ma è consigliabile) è possibile anche inserire una fotogallery. Poi si stabiliscono le date delle cene programmate, il prezzo e il gioco è fatto. Chi volesse invece provare questa esperienza da cliente non deve fare altro che scegliere la data, dove mangiare, quanto spendere e prenotare. In genere ci sono massimo 6/8 posti ma c’è anche qualcuno che ha a disposizione spazi più grandi e arriva ad ospitare 20 persone.
Un po' di spirito imprenditoriale non guasta, ma saranno di sicuro l'abilità ai fornelli e la vostra simpatia  a generare il virtuoso passaparola (fondamentale anche e soprattutto in rete) che farà spiccare alcune proposte sulla miriade in circolazione. Semmai l'ingrediente fondamentale è proprio quella spinta a mettersi in gioco, la voglia di condividere la propria storia e la curiosità di conoscerne altre. E se sono anni che vi sentite dire: <<Cucini benissimo, dovresti aprire un ristorante!>>, beh, è arrivato il momento giusto per farlo.
E, mi raccomando, se dovessi farlo fammelo sapere. Sono un’ottima forchetta!!!

giovedì 30 Aprile 2015

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