Attualità

​”Di cuore, di vizi, di virtù”​, spettacolo che dà voce ai corpi che danzano con le loro emozioni

Gaia Di Pierro
Compagnia teatrale Don Pancrazio Cucuzziello
La recensione sull'opera messa in scena dalla Compagnia teatrale Don Pancrazio Cucuzziello
scrivi un commento 233

Nello spettacolo “Di cuore, di vizi, di virtù”, del regista Biscegliese Mattia Galantino, messo in scena dalla Compagnia teatrale Don Pancrazio Cucuziello, gli attori rappresentano in modo vivido e realistico il mondo interiore di ogni essere umano; per questo lo spettatore viene rapito dalla veridicità di ogni istante teatrale, conducendo la sua anima verso un percorso di crescita e di trasformazione.

Il fil rouge che guida gli attori è l’“azione” intesa come spazio scenico necessario per il superamento di ogni limite umano. L’attore esce dai misfatti della sua mente e dai condizionamenti per giungere alla sua auto realizzazione personale e sociale. Lo spettatore si abbandona al gioco teatrale, ascoltando con le orecchie, con gli occhi e con il cuore e seguendo in questo modo una visione alchemica dell’interazione tra scena e pubblico.

Lo spazio scenico infatti è creato per dare voce ai corpi che danzano con le loro emozioni, alle maschere sociali, alla definizione di nuove entità e di nuove identità, ad una nuova realtà che va definendosi solo tramite il processo creativo. Ciò che incuriosisce è il concetto di “estensione dell’io” che può essere inteso sia come crescita interiore dell’individuo, sia come acquisizione della capacità di confronto sociale necessario per migliorare il collettivo.

Una delle scene che ha particolarmente colpito è quella in cui un uomo e una donna si scambiano i ruoli e questa scena fa riflettere sulla simbologia del maschile e femminile, elementi che insieme vanno a costituire un’unica identità.

Ogni essere umano ha infatti insiti in sé entrambi gli elementi, necessari per la completezza dell’identità. E’ solo tramite due forze opposte come il maschile e il femminile che è possibile dar vita alla creazione e all’estensione dell’io e solo due corpi che danzano congiuntamente possono dar vita alla rinascita. Il tempo non è oggettivo, riflette l’interiorità poiché tende a dilatarsi e a modificarsi in base alle necessità del collettivo. Il concetto di superamento richiede un tempo soggettivo nel quale ogni personaggio trasforma la sua essenza in una reale identità, chiamata tale a causa del confronto con il collettivo.

Il messaggio è chiaro; possiamo ritrovare noi stessi tramite un confronto umano che annienti le maschere sociali e che ci riconduca alle origini della nostra vera esistenza.


venerdì 25 Maggio 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 15:44)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti