Scilla e Pasolina sono due tartarughe marine della specie Caretta caretta rimaste in cura nel Centro Recupero Tartarughe Marine del WWF Molfetta per oltre 10 mesi.
E’ quanto si legge nella nota diffusa dallo stesso Centro recupero molfettese.
Scolla, di circa 20 anni, era già menomata della pinna anteriore destra. Capita spesso, purtroppo, che le tartarughe possano rimanere menomate di una della quattro pinne a causa delle lenze o dell’impatto con le eliche. Il problema più grave per Scilla era, invece, una profonda ferita sul cranio, causata sicuramente da un olio di martello qualcosa di similare. Certamente una ferita inferta volutamente dall’uomo.
La ferita, molto profonda e ampia, ha in pratica lesionato anche le orbite oculari, facendo perdere all’animale il 90% della vista, con conseguenti grandi difficoltà nel riconoscimento delle prede. I medici veterinari avevano perso ogni speranza puntando ormai sulla eutanasia. Dopo circa 5 mesi di attese e di speranze, Scilla comincia a catturare le sue prede: sarde, calamari e cicale diventano la sua dieta principale. Nel frattempo supera anche alcune patologie neurologiche subentrate alle gravi lesioni subite.
Dopo sette mesi riacquista peso e movimento in vasca. Qualche giorno fa la sua liberazione a Bisceglie per la gioia di tutti coloro che ci hanno creduto.
Pasolina è, invece, una tartaruga di circa 18 anni che si è spiaggiata circa 10 mesi or sono, in gravi difficoltà e in fase di galleggiamento. La sua principale patologia era una grave infezione polmonare. Non accettava cibo e, per mesi, galleggiava. La profilassi antibiotica, in aggiunta ad altri tentativi farmacologici, sembrava inefficace.
Ma la dedizione dei volontari del centro e la spinta di Pasolina alla propria rivincita, ha fatato sì che il miracolo si avverasse. Pasolina è stata liberata a Giovinazzo, sotto lo sguardo di tanti bambini, allievi velisti, che hanno applaudito al suo ritorno in mare.