Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo a firma di Giulio Di Luzio che racconta una storia di accoglienza e integrazione molto stimolante. Eccone il testo integrale.
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«Discute disinvoltamente su Patrice Lumumba, ex Primo Ministro della Repubblica Democratica del Congo o di Thomas Sankara, già Presidente e leader politico del Burkina Faso, ma anche del recente sostegno militare al Mali da parte della Federazione Russa del Presidente Putin. Non è il prototipo dell’immigrato africano, che siamo abituati a incontrare in città. Non c’è spazio alla autocommiserazione per questo giovane congolese di 26 anni, accolto da una famiglia biscegliese.
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E’ diventato un assillo per i padroncini locali, che organizzano vagonate di africani per la raccolta delle olive. “Ma i tempi sono cambiati -ci conferma- non siamo più disposti a giornate di lavoro durissimo con una paga inferiore rispetto ai biscegliesi. Ora sono i padroni a venire da noi alle nostre condizioni, anche perché i biscegliesi sono sempre meno ad essere disponibili alla raccolta”. A metà strada tra agitatore e sindacalista Ubithè Kabengele, residente a Bisceglie, indica la strada del futuro della vera integrazione, quella non solo di facciata, quella in cui le regole non le stabiliscono gli autoctoni: quella è una integrazione inferiorizzante, dicono i sociologi: solo un rapporto alla pari configura le stesse regole valide per tutti, altrimenti è finzione.
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Ha già lavorato in diversi ristoranti con esiti non sempre felici. La musica è sempre la stessa! Una lingua sciolta, un quasi perfetto italiano, una parola fluente e la conoscenza della cultura delle lotte panafricane, per liberare un continente ancora afflitto dal neocolonialismo europeo e occidentale. “Dobbiamo innanzitutto conoscere la Storia dei nostri popoli, per liberarci dalla povertà creata dalle continue ruberìe dei Paesi coloniali. Noi, per esempio, siamo stati una colonia belga e quel passato coloniale è ancora presente tra i congolesi. Solo la cultura e la conoscenza della Storia possono aiutarci a salvare l’Africa”. E’ quello che sottolinea tra i suoi connazionali, spesso sprovvisti delle conoscenze essenziali per avanzare una richiesta o una rivendicazione, per contrattare il salario, per convincere proprietari rapaci a concedere un tugurio per abitazione, per convincere che la convivenza è la strada da percorrere.
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Lo fa anche con tanti biscegliesi ancora intrisi di sospetto, arroganza, delirio di idiozia e supremazia della razza. Non si scompone il giovane di origine africana ma dialoga e invita alla tolleranza, al dialogo, al confronto. Scardina stereotipi e certezze razziali, incanta i più riflessivi e destabilizza i più fanatici ma porta tutti a riconsiderare le proprie verità assolute. Incontratelo e parlategli. Gira sempre in bicicletta come i suoi fratelli africani».
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Giulio Di Luzio
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Non so se questo signore sia arrivato in Italia con regolari documenti e permessi, o da clandestino, penso proprio la seconda. Chiedetegli se qualcuno fosse entrato nel suo paese senza documenti e senza permesso cosa sarebbe successo a quella persona?
vorrei rispondere al Sig. Giulio DI LUZIO: vorrei solo darle una risposta e poi mi fermo qui perchè altrimenti mi sento di dare troppa importanza a questa questione.
Molte volte ho ascoltato gente che proveniva da altri paesi Africa, Inghilterra, Albania, per curarsi in Italia (naturalmente a nostre spese) mentre tantissime altre volte ho ascoltato gente italiana che dovendo curarsi in alcune strutture all'estero, non lo ha potuto fare perchè non aveva soldi sia per curarsi. Allora le chiedo perchè questo sistema deve essere a senso unico?
Sig. DI LUZIO.: conosco il significato di entrambe le parole, ma ho paura che sia lei a non conoscerne il significato. In tutti (dico tutti) i paesi del mondo, chiunque arrivi senza documenti e/o senza permesso e' considerato clandestino all'arrivo, poi ci sono pochi paesi che successivamente all'identificazione e sotto richiesta dello stesso (per vari motivi) diventa migrante. Adesso spero che questo signore sia arrivato da regolare con tutti i documenti in quel caso arriva come migrante.
Circa il mio nome, non ho alcuna intenzione di presentarmi, a me va bene lo pseudonimo.
Complimenti per la sua testimonianza della esigenza che questi ragazzi e ragazze provano ,cercando di vivere secondo legalità e diritti e doveri come tutti ,la Vera Integrazione è riconoscersi pienamente nei doveri e nei diritti e nel vivere alla pari,grande lezione di dignità da parte di questo ragazzo che vuole vivere nella legalità e nella giustizia e nel rispetto, alla faccia della minoranza razzista che scrive certi commenti ignobili e odiosi e disumani