Cronaca

Ciliegie, «Va bene il marchio, ma quando iniziamo ad investire seriamente sulla cooperazione?»

La Redazione
Cooperativa Agricoltura Progresso di Terlizzi
L'intervento del presidente della Cooperativa Agricoltura Progresso di Terlizzi, Pasquale Memola
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Nei giorni scorsi abbiamo ospitato un intervento di Gianni Porcelli, Presidente del Consorzio Ciliegia di Bisceglie e vicedirettore Confagricoltura di Bari, sul futuro della produzione di ciliegie in questo territorio.

Oggi riceviamo e pubblichiamo una replica a firma di Pasquale Memola, Presidente della Cooperativa Agricoltura Progresso di Terlizzi. Ecco il testo integrale della sua riflessione:

«Gent.ma redazione, con molto interesse sto seguendo in questi giorni il dibattito e la serie di interventi in merito al mercato cerasicolo, che vedono un’annata di forte crollo dei prezzi per i produttori, con numerose partite di ciliegie che non saranno raccolte perché i produttori non riescono a rientrare nei costi.

Come presidente della Cooperativa Agricoltura Progresso di Terlizzi, che da anni commercializza non solo olio extravergine di oliva, ma anche ciliegie e fioroni, da anni lavoro perché la cooperazione sia il modo migliore per ridurre i rischi aziendali, attrarre capitale e soprattutto difendere gli interessi dei produttori agricoli.

Sono anni che lavoriamo tutti in questo senso e sono anni che ci scontriamo con commercianti e grossisti che speculano sul sudore di chi lavora la terra.

In questo periodo in particolare arriveremo a commercializzare oltre 4 mila quintali di ciliegie, essendo diventati nel tempo punto di riferimento di chi negli anni producendo, non solo aveva problemi nell’ottenere un’adeguata remunerazione del prodotto, ma anche serie difficoltà nella gestione, negli investimenti, nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari.

La nostra coop non ha detto agli agricoltori che compravamo le ciliegie, ma ha fatto sottoscrivere un’idea di conferimenti, abbiamo aperto canali commerciali importanti e abbiamo diviso il rischio d’impresa, creato attrattiva economica per il territorio, creato nuovi posti di lavoro e ricambio generazionale in agricoltura.

Questo mentre qualche furbo conferiva da noi solo quando i prezzi erano bassi e poi vendeva le ciliegie sul mercato come nell’annata precedente, salvo poi essere espulso. Perché nella cooperazione si dividono le gioie e i dolori.

Questo abbiamo fatto con le ciliegie e questo ci prepariamo a fare con il fiorone “Domenico Tauro”, che prende il nome da un sindaco di Terlizzi che lo ideò nel 1700, di cui negli anni passati abbiamo commercializzato oltre 1000 quintali.

Non per caso lunedì 5 giugno alle 19.30 presso la nostra sede in via Mariotto, 5 a Terlizzi si svolgerà un’assemblea dei soci per la programmazione della prossima campagna, con importanti investimenti sul km zero. Infatti in merito al turismo enogastronomico ci siamo resi conto che è più facile far viaggiare le persone e non le merci.

La puglia come sappiamo è il ciliegeto d’Italia, produce il 40% della produzione nazionale con i suoi circa 50 mila ettari, eppure la produzione non soddisfa il fabbisogno nazionale e nel nord Italia i prezzi sono alti.

Sullo scenario globale i maggiori produttori di ciliegie sono Turchia, Iran, Iraq, Ungheria, Romania, Cile, Italia e Spagna, quest’ultima continua a dominare il mercato agroalimentare europeo.

Eppure tutto il sud Italia potrebbe trasformansi nel più grande laboratorio agroalimentare del mondo, non solo per la qualità e la salubrità dei prodotti agroalimentari o per la composizione pedoclimatica, ma soprattutto perché nel 2050 su questo pianeta saremo 9 miliardi di persone e la richiesta mondiale di ciliegie è in forte ascesa.

Ma abbiamo bisogno non solo di un marchio unico, ma di fare tutti quanti sinergia, come un’alveare di api.

Se sapremo fare questo, se sapremo investire politicamente nella cooperazione agroalimentare, allora forse potremo lavorare meglio sull’export e fare la differenza, ma fino a quando i nostri produttori continueranno a produrre senza alcuno studio di mercato alle spalle e senza una strutturazione commerciale adeguata, noi potremmo solo cadere nella rete di commercianti in cerca di autore che speculeranno sul nostro lavoro.

Infine mi permetto di lanciare degli spunti di riflessione, perché vista la vocazione del nostro territorio non lavoriamo alla nascita di una OP del ciliegio o addirittura alla creazione di un distretto cerasicolo in Puglia?».

giovedì 1 Giugno 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 5:51)

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