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Inchiesta vaccini: contro l’archiviazione l’ultima parola spetta al Gip

La Redazione
Vaccini
E' quanto chiede la famiglia che, nel 2014, presentò denuncia per accertare se ci fosse una relazione tra la somministrazione dei vaccini pediatrici e l'insorgenza dell'autismo nei loro due figli.
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Non archiviare l’inchiesta sui vaccini della Procura di Trani.

E’ quanto chiede al Gip del Tribunale di Trani la famiglia che, nel 2014, presentò denuncia per accertare se ci fosse una relazione tra la somministrazione dei vaccini pediatrici e l’insorgenza dell’autismo nei loro due figli. L’opposizione approderà il 30 giugno davanti al gip Francesco Messina, chiamato a valutare se archiviare o meno l’inchiesta per lesioni personali gravissime (a carico di ignoti) del pm Michele Ruggiero.

I due fratellini presentano forme diverse di autismo, contratte – secondo quanto denunciato – in seguito alla somministrazione del vaccino Mpr (morbillo, rosolia e parotite). La Procura, in seguito alla denuncia, aveva affidato a una commissione medica il compito di valutare il caso dei due fratellini, sulla base della documentazione in possesso della famiglia e di visite mirate, per stabilire se appunto ci fosse un nesso tra le loro condizioni fisiche e i vaccini loro somministrati. Le conclusioni, però, lascerebbero poco spazio ai dubbi: “nel caso in questione – scrivono i medici – non sono identificabili elementi che possono avvalorare (neppure in termini di elevata probabilità) una relazione causale tra la somministrazione delle dosi vaccinali effettuale” ai due bambini “e l’attuale quadro clinico, inquadrabile nell’ambito di un disturbo generalizzato dello sviluppo”.

La commissione medica, che ha depositato già un anno fa le sue conclusioni, era composta dall’epidemiologo e dirigente di ricerca dell’Iss (Istituto superiore di sanità) Giovanni Rezza, dal cardiologo Aldo Domenico Giuseppe Ferrara, dalla neurologa Francesca Romana Fusco e da un noto medico antivaccinista, Roberto Gava (farmacologo, radiologo, tossicologo e omeopata di recente radiato dall’ordine dei medici veneti).

LE CONCLUSIONI DEI PERITI – Nella perizia si legge che “non sono identificabili elementi che possono avvalorare (neppure in termini di elevata probabilità) una relazione causale tra la somministrazione delle dosi vaccinali effettuale” ai due bambini “e l’attuale quadro clinico, inquadrabile nell’ambito di un disturbo generalizzato dello sviluppo” e che “un vero e proprio nesso tra trattamenti vaccinali e sindromi dello spettro autistico non può essere individuato”. Secondo gli esperti, però, ci possono essere, in alcuni casi, “fattori predisponenti all’encefalopatia con ritardo psicomotorio e del linguaggio”. Ma queste forme di encefalopatia “si presentano – avvertono – nel periodo immediatamente successivo alla vaccinazione e impediscono nella loro fenomenologia lo sviluppo psicomotorio regolare che si è osservato nei fratelli nei molti mesi (anche anni) seguenti l’inoculo”. La loro diagnosi parla “disordine dello spettro autistico con marcato impegno funzionale”, ritenendo “non condivisibile” quella del consulente di parte dei genitori dei due bambini, Massimo Montinari, medico anch’egli noto per le sue posizioni anti vax.

Tuttavia la perizia conclude rimarcando alcune mancanze degli organismi mondiali sanitari (Oms, Acip e Aafp) in fatto di vaccini. In particolare all’Organizzazione mondiale della sanità si addebita il fatto di non consigliare “una attenta e dettagliata raccolta anamnestica delle condizioni fisiologiche e patologiche del bambino, ma anche dei suoi familiari, unitamente a una valutazione dell’ambiente in cui vive, su come viene alimentato e trattato e sulle caratteristiche psico-comportamentali dei genitori”. E, ancora, “alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e in particolare nei bambini piccoli che dovrebbero ricevere i vaccini pediatrici”. L’ultima parola ora spetta al gip Francesco Messina.

martedì 6 Giugno 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 5:34)

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