Il sindacalista della CISL biscegliese Michele Perrone (assistito dall'avv. Mario Malcangi) è stato assolto con formula ampia dalla Corte d'Appello di Bari dall'addebito di aver contribuito a dissipare il patrimonio dell'ex Casa Divina Provvidenza.
Gli si contestava, in particolare, di aver chiesto ed ottenuto dai vertici dell'Ente l'assunzione (che l'Accusa riteneva non dovuta) di sua figlia e di aver contraccambiato la "cortesia" con un atteggiamento sindacale morbido e contrario agli interessi dei lavoratori.
«Dopo circa otto anni di immeritato calvario e di sofferenza per la condanna ingiustamente patita in primo grado – si legge nella nota diffusa dallo stesso sindacalista -, la Corte d'Appello di Bari ha riconosciuto non solo che l'assunzione della figlia del Perrone Michele (ritenuta, invero, estranea ai fatti fin dal primo momento) fosse corretta, legittima e regolare ma, vieppiù, che l'azione sindacale di quest'ultimo sia sempre stata puntuale, rigorosa e perfettamente aderente ai suoi compiti e alle sue funzioni istituzionali».
Anche la compagine locale della CISL non può che manifestare apprezzamento per tale pronunzia che restituisce serenità al Perrone e dignità all'intero sindacato: «L'aver creduto nella giustizia, la fiducia riposta nel mio difensore Avvocato Mario Malcangi – scrive Michele Perrone -, la vicinanza della mia famiglia, e di quanti mi conoscono, mi hanno permesso di trascorrere questi lunghi anni di Calvario in serenità. A loro un grande Grazie, anche a chi non è più tra di noi».