L’attivazione del “taxi sociale”, ossia il servizio pubblico di trasporto per cittadini disabili: è quanto chiede alla sua città Gianmarco Fasciano, 42enne di Andria che dalla nascita vive con la distrofia di Duchenne. Lo scorso aprile ha contattato il Comune per chiedere informazioni sul servizio ma gli hanno risposto che non è disponibile: «Sarebbe estremamente importante per me e tante altre persone», sostiene Gianmarco.
Una richiesta motivata anche dal fatto che per lui la città non è a misura di disabile: «Alcuni marciapiedi sono senza scivoli o con scivoli che è difficile percorrere. Si aggiunga che a volte automobilisti incivili parcheggiano i veicoli a ridosso di quei passaggi, occupandoli. E, poi, le famose buche per strada. Vorrei che ci fosse più attenzione per noi».
Sino a luglio, per spostarsi in caso di pioggia, ha usufruito di un servizio privato. Gli è costato 15 euro per qualsiasi destinazione cittadina, 40, invece, per andare fuori Andria. Proprio utilizzando questa navetta, in estate, dopo 25 anni, è ritornato al mare a Bisceglie: «È stato stupendo andarci, ho provato felicità e libertà. Sono contento che la città abbia pensato ai disabili con una spiaggia attrezzata».
Gianmarco vive nel quartiere Santa Maria Vetere di Andria. Adora viaggiare, ascoltare musica, vedere film e leggere. Un anno fa, grazie all’Asl di Barletta-Andria-Trani, ha potuto acquistare una carrozzina elettrica che gli permette di essere autonomo al 100%. Prima, avendone una manuale, aveva bisogno che qualcuno lo accompagnasse. «Ora mi sento libero, esco da solo».
Dal 2006, anche a causa della morte del padre, ha vissuto un periodo buio. Si è chiuso in sé stesso e usciva poco. Nonostante questo, dopo il diploma all’istituto tecnico commerciale, si è laureato in giurisprudenza all’Università di Bari. Poi, ha anche ottenuto l’abilitazione alla professione forense. Oggi vorrebbe lavorare: «Farei qualsiasi cosa pur di uscire da casa. Scrivo agilmente al pc – aggiunge –, sono molto pratico».
Ha superato quel triste tunnel tra aprile e maggio dello scorso anno. Ha deciso di prendere la sua vita in mano. Da quel momento, per stare in forma, ha corretto la sua alimentazione e ha cominciato a frequentare una palestra: «Non mi piacevo, pensavo che nessuno sarebbe uscito con me. Invece, anche quest’aspetto della mia vita è cambiato». In sala attrezzi ha incontrato «belle persone», si è sentito accolto da Francesco e Rosangela che lo segue in ogni allenamento.
«Ho pensato che mi sarei dovuto salvare da solo, altrimenti sarei “morto” in casa e avrei sprecato ulteriormente la mia vita – conclude –. Bisogna avere tanta forza di volontà, essere determinati e non aspettare che ti salvino gli altri».
Un esempio di forza umana , determinazione ,di gioia di vivere , nonostante tutto . Un esempio da imitare . Questi Servizi , privati o pubblici che siano, disponibili , sono orgoglio della nostra Città. Le critiche o le chiacchiere , stanno a zero assoluto.