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Viti, ulivi, un fico, un prugno e un albicocco abbattuti per contenere la nuova infezione da Xylella a Bari. Le foto

Viti, ulivi, un fico, un prugno e un albicocco abbattuti per contenere la nuova infezione da Xylella a Bari
Procedono gli espianti a Triggiano
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Procedono gli espianti a Triggiano dove è scoppiato il caso di infezione da Xylella fastidiosa fastidiosa, il nuovo ceppo del batterio killer rinvenuto su alcuni mandorli in agro di Triggiano, con l’intervento di eradicazione anche nei 50 metri attorno ad ogni pianta infetta tra cui viti, ulivi, un fico, un prugno e un albicocco. A darne notizia è Coldiretti Puglia, che plaude alla ridefinizione dell’area di contenimento denominata Valle d’Itria che interessa i comuni di Monopoli, Polignano a Mare, Castellana Grotte, Alberobello e parte di Putignano, e consentirà ‘l’estirpazione chirurgica’ solo degli alberi infetti e non anche delle piante sane nel raggio di 50 metri dalla pianta infetta.

La Xylella fastidiosa sottospecie fastidiosa può colpire anche le piante di vite causando quella che viene definita la malattia di Pierce, una fitopatia che porta al disseccamento dei vigneti come accaduto in California – spiega Coldiretti Puglia –  esattamente come avviene per gli oliveti a causa della Xylella fastidiosa sottospecie pauca.

Coldiretti Puglia torna a denunciare una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta.

Non mancano le responsabilità comunitarie e sotto accusa – continua la Coldiretti Puglia – è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam

Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di virus e insetti che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale – insiste Coldiretti Puglia – anche con l’avvio di una apposita task force.

Un autentico flagello è stato il batterio della Xylella sottospecie pauca che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove sono andate irrimediabilmente perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce, dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – dicce Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando fino a Bari.

Pratiche di prevenzione meccanica e fitosanitaria, monitoraggi delle piante non solo visivi  e dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, campionamenti ed espianti in caso di ulivi e altre piante infette, nuovi strumenti per la individuazione precoce di nuovi focolai, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, sono – aggiunge Coldiretti Puglia – l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia – sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.

sabato 16 Marzo 2024

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