Cultura

Tempo e spazio l’ultima opera del Biscegliese Davide Storelli

Francesco Sinigaglia
Davide Storelli presenta il suo libro Alchemy
Breve saggio tratto dal suo ultimo libro Alchemy
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«Tra il tempo e lo spazio il concetto basilare è il tempo.

Per esempio i pensieri non occupano uno spazio, eppure qualcuno può negare che esistano? I pensieri, allora, esistono perché si dispiegano nel tempo, non nello spazio.

Ne consegue che tempo e spazio sono due entità ben distinte, e il tempo può esistere senza lo spazio, non il contrario.

Quindi, affinché qualcosa esista, non è necessario che occupi uno spazio ma è sufficiente che si dispieghi nel tempo.

Affinché qualcosa esista deve durare almeno per un istante. Ciò che non dura neanche per un istante non esiste.

Ne consegue che lo spazio è una condizione che può essere presente ma non è necessaria ai fini dell’esistenza.

Se una realtà dura almeno per un istante, quella realtà esiste, anche se non occupa spazio.

Definiamo materiali le realtà che occupano spazio; immateriali, quelle che non lo occupano.

Anche l’energia per esistere ha bisogno, come qualsiasi altra entità, del tempo, ma per manifestarsi, per determinare effetti riscontrabili, ha bisogno dello spazio, altrimenti si limiterebbe ad essere percepibile come i pensieri, ma non determinerebbe effetti riscontrabili.

Quindi anche l’energia, come la materia, è una realtà che necessita dello spazio, a differenza dei pensieri.

Ne consegue che non possiamo ritenere i pensieri pura energia e, d’altro canto, che l’energia, occupando spazio, deve possedere una massa, per quanto minima, in modo del tutto analogo ad ogni realtà che occupi uno spazio.

I pensieri, invece, non dispiegandosi nello spazio non hanno una massa, eppure esistono.
Quindi non è necessaria la massa ai fini dell’esistenza.

Una realtà può non dispiegarsi nello spazio e quindi può non avere una massa, eppure esistere.
La massa, come lo spazio, allora, è una condizione che può essere presente ma non è necessaria ai fini dell’esistenza.

Allora una realtà che non occupi spazio e che non abbia una massa, ma che esista, ha bisogno, per manifestarsi, della nostra mente, proprio come i nostri pensieri.

Nella nostra mente si manifesta e viene percepito tutto ciò che non occupa spazio, ma che può dispiegarsi nel tempo, come, per esempio, le sensazioni, le intuizioni, le emozioni, la memoria, e qualsiasi realtà che dura almeno per un istante, senza necessità di occupare spazio.
Senza la nostra mente, pertanto, tali realtà non sono in grado di manifestarsi.

La nostra mente è in grado di concepire il movimento, e da ciò discende la percezione del tempo, poiché senza il movimento il tempo non avrebbe senso.

Pensate, per esempio, di essere su una splendida isola deserta, in riva ad un mare cristallino, la cui acqua è meravigliosamente calda. Siete lì, godetevi il vostro bagno e poi tornate a casa.

Prima eravate lì, ora siete qui.

La percezione del tempo vi ha consentito di pensare prima all’isola deserta, poi a casa vostra. Quindi vi ha consentito di passare dalla prima alla seconda, ossia vi ha consentito una percezione spaziale, poiché voi avete distinto l’isola da casa vostra.
L’isola è lì, casa vostra è qui. Posizioni ben distinte. Ma voi sull’isola, ci siete andati, seppure con il pensiero.

Significa che non avete avuto bisogno di uno spostamento nello spazio per percepire il tempo.

Questo vi ha consentito di non aver avuto di bisogno di uno spostamento nello spazio per percepire il medesimo spostamento nello spazio.

La vostra mente si è prefigurata uno spostamento da qui a lì. Per farlo ha avuto solo bisogno del tempo, o più precisamente, della percezione del tempo.

Poiché la vostra mente è in grado, in un istante, di andare ovunque, non è assoggettata ai limiti spazio/temporali.

La vostra mente, a differenza del vostro corpo, non è rinchiusa nella «gabbia» dello spazio–tempo. Essa vi consente di essere ovunque, contemporaneamente.
Grazie a lei, voi potete fare anche questo.

Ora, è opportuno sapere che il vostro corpo reagisce a qualsiasi stimolo, indipendentemente dal fatto che sia reale o solo figurato da voi.

Se, per esempio, pensate ad una succulenta pietanza, è probabile che vi venga «l’acquolina» in bocca perché, per il vostro corpo, è come se essa già ci fosse.

Accade lo stesso se il pensiero di quella pietanza è, in realtà, un ricordo, quindi se si riferisce al passato e non al futuro.

Ne consegue che per il vostro corpo esiste solo il presente.

Pensando al futuro o al passato, voi li rendete presenti, ed il vostro corpo reagisce di conseguenza.

Il vostro presente è il vostro punto di osservazione, l’unico da cui potete agire.

Ed in realtà c’è un solo tempo in cui si possono avere delle esperienze senza necessità di pensarle, ed è il presente, mentre per il passato ed il futuro abbiamo bisogno del pensiero, della memoria, della mente; per il passato dobbiamo ricordare, per il futuro dobbiamo prevedere.

Se, per esempio, inciampate e state per cadere, vivete quella esperienza rimanendo concentrati nel presente, magari alla ricerca di appigli.

Forse potrete avere la sensazione che, in quella situazione, mentre state per cadere, il vostro tempo sembri un po’ rallentare, poiché i vostri riflessi si attivano per farvi compiere istintivamente rapidi movimenti che altrimenti non avreste compiuto così rapidamente. Questo perché non state pensando ma state agendo d’istinto, non vi state affidando alla vostra mente.

Il passato ed il futuro, allora, discendono dalla nostra capacità di pensarli, dalla nostra capacità speculativa, mentre il presente rappresenta l’esperienza direttamente vissuta.

Una caduta è diversa dal ricordo di una caduta o dalla previsione di poter cadere, e non si può cadere nel passato o nel futuro.

L’esperienza del presente è viva, sincera, mentre il ricordo del passato o la previsione del futuro sono frutto della nostra visione soggettiva, del nostro modo di vivere le esperienze, della nostra personalità.

Il passato ed il futuro, allora, sono nostre elaborazioni concettuali, figlie della nostra mente, poiché emergono, vengono ad esistenza, solo se noi le pensiamo, le evochiamo, altrimenti non esistono come realtà oggettive, mentre ciò che esiste realmente è ciò che ci sta accadendo adesso.

Se, invece, ciò che conta per noi non è il presente, significa che il passato o il futuro ci stanno rubando il presente, significa che la nostra mente ci sta rubando le nostre esperienze.

Essa è fondamentale per la sopravvivenza poiché proprio grazie ai concetti di passato e di futuro ci consente la capacità di analisi e di giudizio, ma non può spingersi sino a cacciarci fuori dal presente, perché, infatti, si vive nel presente, non nel passato o nel futuro.»

Alchemy – Moneta, Valore, Rapporto tra le parti,Soveraeditore, 2015

Davide Storelli, laureato presso l’Università Aldo Moro di Bari, già autore di scritti di successo, condivide un estratto del proprio lavoro dal titolo Alchemy – moneta, valore, rapporto tra le parti, Sovera Edizioni e prefazione di Nino Galloni. A seguire, l’avvocato civilista biscegliese, riflette sui temi di tempo e spazio.

mercoledì 26 Febbraio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 17:36)

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