Cultura

LE STORIE E LE PAROLE​. ​Un casolare di campagna. La sera è vicina e il freddo anche​

Giulio Di Luzio
​Un casolare di campagna. La sera è vicina e il freddo anche​
"Devi guardare l'Africa coi tuoi occhi, soprattutto i villaggi e le capanne dove vivono intere famiglie, bambini e anziani. La situazione è drammatica"
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Quinto appuntamento con la rubrica domenicale a cura del Prof. Giulio Di Luzio sull'integrazione di stranieri nel nostro territorio. Racconti di storie di vita vissuta tra le nostre strade, nelle nostre case. Un segno tangibile, senza inutile retorica, del cambiamento dei tempi che dovrebbe portare anche ad un cambiamento degli uomini. E' bene precisare che questa collaborazione è a titolo completamente gratuito, a testimonianza della passione del prof. Di Luzio per questi temi così delicati e importanti.

Incontro un gruppo di migranti per una discussione collettiva e uno scambio di opinioni, che mi raggela il sangue non appena aprono bocca mettendo in crisi la mia coscienza di occidentale. Vengono dal Niger, Burkina Faso, Costa d’Avorio e Senegal, qualcuno è appena tornato dall’Africa e subito mi dice: “Devi guardare l’Africa coi tuoi occhi, soprattutto i villaggi e le capanne dove vivono intere famiglie, bambini e anziani. La situazione è drammatica”. Fatico a decentrare il mio punto di vista e pongo domande, che fanno sorridere i miei interlocutori. Quell’universo è incomparabilmente lontano, e non solo geograficamente, dal nostro mondo. Per questo, mi dico, dovremmo maneggiare con cura e cautela le storie di questi coraggiosi giovani: mai giudicare, mai emanare verdetti senza conoscere le ragioni delle migrazioni. Non credo alle mie orecchie. “Nelle città puoi trovare lavoro ma il rischio di non essere pagato, è molto concreto”, mi conferma Ubath. Nei villaggi invece, dove vivono migliaia di persone, non esiste occupazione. “Se hai un pezzo di terra, cerchi di coltivare qualcosa, sperando nelle piogge, perché i pozzi per la estrazione dell’acqua sono troppo pochi. Se non hai neanche la terra, non fai niente dalla mattina alla sera”. Il sesso?, chiedo. “E’ l’unico passatempo per molti africani”.

Perché tanti figli, se poi non avete denaro per mantenerli?, insisto. “Per la vecchiaia, che qui da noi giunge molto presto. L’età media è molto bassa” conferma Buba. Loro vivono nelle campagne biscegliesi, bombola del gas come riscaldamento, doppia coperta durante le notti fredde di questi giorni. Abdoul del Burkina Faso racconta di sua cugina, una bambina dodicenne, messa incinta da un uomo di sessanta anni, ceduta dalla sua famiglia con la garanzia del mantenimento. “Questa è la realtà. E’ normale tutto questo, solo voi occidentali vi meravigliate”. Lo dice con un tono da rimprovero, perché questa miseria è molto legata al nostro benessere eccedente, al lavoro sporco dei processi di colonizzazione europea in Paesi immiseriti e condannati a regimi alimentari di sopravvivenza dalla politica estera della nostra democratica Europa. Proprio così, perché spesso parliamo di Paesi con un sottosuolo ricchissimo di oro e prodotti indispensabili per la nostra vita travolta da cellulari, schermi televisivi al plasma, play station e altri dispositivi di alta tecnologia. Un altro giovanissimo africano mi racconta dei bambini, che mangiano una poltiglia come il semolino “perché non c’è latte, gli animali non sono nutriti a sufficienza e non producono più latte”, una condizione all’interno di una alimentazione di sussistenza col minimo calorico ma spesso insufficiente. La maternità è un grande problema in Africa. Ciascuno ha esperienze dolorose da raccontare. Il parto avviene ad opera di signore del villaggio, che lo fanno gratuitamente.

“Ma se ci sono complicazioni il bimbo muore e spesso anche la madre”, spiegano in coro. Per entrare in ospedale infatti ci vogliono sei euro e una quarantina di euro per la assistenza del parto. Ma nessuno può permetterselo. Si partorisce quindi sotto la capanna con tutti i rischi igienici legati agli ambienti domestici. “Quando sono arrivato in Niger sono andato nel villaggio vicino a comprare 4 sacchi di riso, 50 litri di olio di girasole, due sacchi di zucchero e 3 sacchi di arachidi” spiega Malu, appena rientrato dalla Costa d’avorio. Tutti i giovani africani che ho di fronte, mentre chino la testa vergognandomi del mio status di occidentale, raccontano storie vere vissute da milioni di uomini, donne e bambini nel continente africano. E sono grato di essere stato con loro, stringo le loro mani tornite e callose, ho imparato tanto questa mattina, ho attraversato le loro vite, che essi vivono con una dignità inimmaginabile per i nostri standard di vita occidentale di minoranza sazia del pianeta.

Scuoto la testa, pensando ai nostri problemi per il nuovo capo di abbigliamento non alla moda o di fronte alle lamentele dei nostri figli, perchè il cellulare non è di ultima generazione! Li lascio nel casolare di campagna e mi vergogno. La sera è vicina. E anche il freddo!

SCHEDA BIO-BIBLIOGRAFICA
Giulio Di Luzio. Attivista antimilitarista e obiettore di coscienza, dagli anni Novanta inizia a scrivere su "Bergamo-Oggi" durante una supplenza scolastica al nord. Ha lavorato per "il manifesto" e  "Liberazione". Ha collaborato ad Antenna Sud e alle edizioni pugliesi de "Il Corriere del Mezzogiorno" e "la Repubblica".  Ha già pubblicato sette saggi e cinque romanzi, che l’hanno portato alle trasmissioni Rai: "Chi l’ha visto?", "Rai News 24", "Radio 3 Farheneit", "Racconti di vita".
– I fantasmi dell’Enichem (Baldini Castoldi Dalai -2003)
– A un passo dal sogno (Besa – 2006)
– Il disubbidiente (Mursia – 2008)
– Brutti, sporchi e cattivi (Ediesse – 2011)
– Clandestini – (Ediesse – 2013)
– Non si fitta agli extracomunitari (Editori Internazionali Riuniti – 2014)
– La fabbrica della felicità (Stampa Alternativa – 2016)
– Fimmene (Besa – 2017)
– Tuccata (Besa – 2018)
– La libertà negata (Promosaik – 2021) Tradotto in tedesco e francese
– Apartheid all'italiana (Promosaik – 2021) Tradotto in tedesco.
– La nobile gioventù (Promosaik – 2021).
Attualmente si occupa di politica internazionale in alcuni Gruppi politici della Federazione Russa.

domenica 20 Marzo 2022

(modifica il 27 Luglio 2022, 14:40)

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