Cronaca

​LE STORIE E LE PAROLE​. Mani come tronchi di faggio, forgiate dal lavoro di pescivendolo​

Giulio Di Luzio
Osman Diemè e Giulio Di Luzio
Terzo appuntamento con la rubrica domenicale a cura del Prof. Giulio Di Luzio
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Terzo appuntamento con la rubrica domenicale a cura del Prof. Giulio Di Luzio sull'integrazione di stranieri nel nostro territorio. Racconti di storie di vita vissuta tra le nostre strade, nelle nostre case. Un segno tangibile, senza inutile retorica, del cambiamento dei tempi che dovrebbe portare anche ad un cambiamento degli uomini. E' bene precisare che questa collaborazione è a titolo completamente gratuito, a testimonianza della passione del prof. Di Luzio per questi temi così delicati e importanti.

 

E' sabato sera. Incontro Osman Diemè nella sua abitazione alle spalle dell’ex ospedale psichiatrico. La stufa con la bombola a gas rende tiepido l’ambiente. Le sue mani sono come tronchi di faggio, forgiate dal lavoro di pescivendolo prima, bracciante ore nelle nostre campagne con regolare permesso di soggiorno. E’ restìo a parlare come tanti, che negli anni hanno raccontato le proprie storie in centri culturali, associazioni e Centri di accoglienza, spesso esibiti come animali da zoo dai “professionisti del sociale”. In molti ora hanno detto basta. Ma il nostro vecchio legame d’amicizia lo convince. Undici anni a Bisceglie sono veramente tanti, dal Senegal a Istanbul, da Lampedusa a Bisceglie. Osman li rivendica con orgoglio. Davanti a una pizza bollente si scioglie anche la sua lingua. “Bisceglie mi ha accolto bene, ho sempre lavorato e con i risparmi sto costruendo una casa a Dakar con cinque camere per mia moglie e i due miei bambini.

La manodopera non è costosa come in Italia e i materiali edili costano poco”. Poi sorride e conferma che a marzo la sua giovane moglie darà alla luce un terzo figlio. Senegalese quarantenne, Osman, che ha lasciato il suo Paese, dove l’aspettativa di vita è di 66 anni e la mortalità infantile supera il 41%, per approdare in una citta, che gli sta dando il futuro. “Conto di portare qui la mia famiglia, perché la distanza fa male”, mentre mostra con un sorriso amaro la foto dei due figli, che indossano i vestiti colorati del Senegal. “Quando posso, rientro nel mio Paese, dove coltivo arachidi” aggiunge, mostrandomi un video, che lo riprende durante l’aratura del suo campo. Gli chiedo se conta di rimanere a Bisceglie ancora per molto tempo.

“No –risponde seccamente- voglio tornare in Senegal, non appena sarà possibile”. Osman non gioca con le parole, ogni vocabolo è pesato con responsabilità e rigore come i tanti africani presenti a Bisceglie. Un italiano ancora traballante fa da sfondo alla conoscenza di inglese, francese e arabo. E poi i tanti dialetti senegalesi, oltre 200, tra i quali il suo, con cui mi intrattiene nelle diverse telefonate, che accompagnano il nostro dialogo: amici, parenti, colleghi di lavoro in una rete di contatti, che connotano relazioni vive ma essenziali, in cui non c’è tempo per le banalità, che segnano il sabato sera di tanti giovani. Poi spunta un desiderio: “Vorrei incontrare e parlare col Sindaco” dice “per chiedergli tante cose. Un incontro faccia a faccia” precisa. Gli confermo che la sua storia farà riflettere in tanti, Sindaco compreso. Il piatto è ormai vuoto e la fatica della giornata di lavoro si fa sentire. E’ già tardi per Osman. Decidiamo di reincontrarci ma senza parlare ancora di lui, concordiamo sorridendoci. Rientra a casa, bardato in un giubbotto e un cappello di lana. Lo fisso. E penso quanto avremmo da imparare da uomini come lui! Grazie, Osman.

SCHEDA BIO-BIBLIOGRAFICA
Giulio Di Luzio. Attivista antimilitarista e obiettore di coscienza, dagli anni Novanta inizia a scrivere su "Bergamo-Oggi" durante una supplenza scolastica al nord. Ha lavorato per "il manifesto" e  "Liberazione". Ha collaborato ad Antenna Sud e alle edizioni pugliesi de "Il Corriere del Mezzogiorno" e "la Repubblica".  Ha già pubblicato sette saggi e cinque romanzi, che l’hanno portato alle trasmissioni Rai: "Chi l’ha visto?", "Rai News 24", "Radio 3 Farheneit", "Racconti di vita".
– I fantasmi dell’Enichem (Baldini Castoldi Dalai -2003)
– A un passo dal sogno (Besa – 2006)
– Il disubbidiente (Mursia – 2008)
– Brutti, sporchi e cattivi (Ediesse – 2011)
– Clandestini – (Ediesse – 2013)
– Non si fitta agli extracomunitari (Editori Internazionali Riuniti – 2014)
– La fabbrica della felicità (Stampa Alternativa – 2016)
– Fimmene (Besa – 2017)
– Tuccata (Besa – 2018)
– La libertà negata (Promosaik – 2021) Tradotto in tedesco e francese
– Apartheid all'italiana (Promosaik – 2021) Tradotto in tedesco.
– La nobile gioventù (Promosaik – 2021).
Attualmente si occupa di politica internazionale in alcuni Gruppi politici della Federazione Russa.

domenica 6 Marzo 2022

(modifica il 27 Luglio 2022, 15:29)

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