Cronaca

Crac Casa Divina Provvidenza, arrivano le prime condanne

La Redazione
Casa Divina Provvidenza
Pene tra 1 e 2 anni per tre imputati che avevano scelto il processo con il rito abbreviato
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Tre persone sono condannate (con pena sospesa) e una assolta per la bancarotta della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, che nel giugno 2015 portò all’arresto di 9 persone.

Al termine del processo con rito abbreviato nei confronti di 4 dei 17 imputati, il Gup Angela Schiralli oggi ha condannato a un anno di reclusione ciascuno Antonio Damascelli (consulente fiscale della Cdp) e Luciano Di Vincenzo (amministratore delegato dell’Ambrosia Technologies, società fornitrice di pasti e servizi di pulizia della Cdp) e a due anni Michele Perrone (rappresentante sindacale). Per tutti e tre le pene sono sospese, ma sono stati condannati anche al risarcimento del danno (da liquidarsi in separata sede) in favore della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza in amministrazione straordinaria, costituitasi parte civile con l’avvocato Stefano Dardes su incarico del commissario straordinario Bartolo Cozzoli.

Assolto, invece, ‘perché il fatto non sussiste’ Agatino Lino Mancusi, ex presidente del Consiglio regionale della Basilicata. Le motivazioni si conosceranno entro 90 giorni, mentre continua il processo ordinario davanti al Tribunale collegiale (prossima udienza il 18 ottobre) a carico dell’ex senatore Antonio Azzollini e di altre 12 persone. Sono suor Assunta Puzzello, un tempo a capo della Casa di procura Istituto Ancelle della Divina Provvidenza; Angelo Belsito, considerato amministratore di fatto dell’ente; gli ex direttori generali Antonio Albano, Giuseppe De Bari, Giuseppe D’Alessandro e Dario Rizzi</strong>; i consulenti Rocco di Terlizzi, Augusto Toscani e Antonio Battiante; Adrijana Vasiljevic, originaria di Belgrado e dipendente dell’ente a Foggia; Arturo Nicola Pansini, revisore contabile; Lorenzo Lombardi, direttore amministrativo sede di Foggia. Estinta la posizione della madre superiora della congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, Marcella Cesa, deceduta nel gennaio scorso.

Gli imputati rispondono – a vario titolo – di bancarotta fraudolenta (anche aggravata e continuata) e fatti di bancarotta fraudolenta. Suor Puzzello, l’ex dg Rizzi e Battiante rispondono anche di associazione a delinquere.

L’inchiesta della pm Silvia Curione e dell’ex procuratore aggiunto di Trani, Francesco Giannella (ora in servizio a Bari), verteva su un buco di oltre mezzo miliardo di euro di debiti accumulati nella gestione dei tre ospedali Casa Divina Provvidenza, distribuiti tra Bisceglie (sede legale), Foggia e Potenza. Il 10 giugno 2015 nove persone vennero arrestate (tra carcere e domiciliari); e l’arresto ai domiciliari venne disposto dal gip Rossella Volpe anche nei confronti di Azzollini, ma non venne mai eseguito perché il Senato negò l’autorizzazione a procedere nel luglio successivo. Il Tribunale del Riesame di Bari, nell’aprile 2016, ha disposto anche la revoca del provvedimento (mai eseguito) di arresti domiciliari, con riferimento alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per l’associazione per delinquere (accusa poi caduta al momento della richiesta di rinvio a giudizio) e per un episodio bancarotta. I giudici baresi però confermarono i gravi indizi di colpevolezza in relazione ad altre tre contestazioni.

La Casa Divina Provvidenza, intanto, dopo essere finita in amministrazione straordinaria nel dicembre 2013, da oltre un anno è gestita dalla Universo Salute srl degli imprenditori foggiani Michele D’Alba e Paolo Telesforo.

venerdì 12 Ottobre 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 11:00)

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