Cronaca

Cibo inadeguato e scadente nell’ospedale di Barletta, la denuncia di un paziente oncologico

La Redazione
Patate
"Non possiamo essere trattati così, siamo fragili"
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Riceviamo una lettera molto toccante da parte di una paziente ricoverata in questi giorni presso il reparto Ematologia dell'ospedale di Barletta, che denuncia la scadente qualità e quantità di cibo che viene servito ai clienti dall'azienda che fornisce i pasti. Auspichiamo che le autorità sanitarie competenti prendano immediati provvedimenti, non si possono lasciare i malati in talune condizioni irrispettose della dignità umana di chi è costretto a soffrire.

Ai cittadini tutti.
Scrivo a seguito di un ricovero presso il reparto di Ematologia dell’Ospedale Monsignor
Raffaele Dimiccoli di Barletta perché sento il bisogno di denunciare quanto stia accadendo.
Lo staff medico e ospedaliero, dagli O.S.S. agli infermieri, fino agli addetti alla pulizia, si è
rivelato oltre le mie aspettative in tutto, dall’umanità alla professionalità, rendendo questo
reparto uno dei migliori che abbia frequentato. Nonostante questo, il loro lavoro, portato
avanti con passione e dedizione, viene vanificato dal servizio di mensa inadeguato e
inefficiente.

La cooperativa che si occupa dei pasti per i pazienti dell’ospedale, infatti, non ha il minimo
interesse nel creare un piano alimentare bilanciato e nell’offrire dei pasti adeguati.
Il risultato è che chiunque metta piede nel reparto di ematologia, oltre ad essere sottoposto
a terapie di solito debilitanti, debba alimentarsi con pasta scotta e scondita (senza sale e
totalmente priva di olio), secondi carenti di carne e pesce – noi abbiamo ricevuto anche tre
giorni di fila uova in formato di frittata, strapazzate e di nuovo frittata – e verdure scondite,
pensate che abbiamo anche ricevuto la stessa bieta per 5 giorni di fila, che è passata
dall’essere buonina a molto amara, il quinto giorno.
Anche il formaggio grattugiato in dotazione, nonostante non fosse scaduto, aveva un forte
retrogusto di muffa, forse perché non viene conservato adeguatamente?
Ma la cosa che più mi ha colpita sono le porzioni: piccole e soprattutto non diversificate!
Pensate che io, donna di 1,60 mt, e il vicino di stanza, uomo di quasi 1,90 mt, ricevevamo la
stessa quantità di cibo!

Certo, si rimane quasi tutto il giorno a letto, ma il corpo ha un metabolismo basale differente
e dubito che poco cibo possa aiutare nel riprendersi da determinate terapie. Alla lunga anzi il
corpo si stanca, lo stomaco si chiude e l’umore peggiora… e i ricoveri in questo reparto
durano anche dei mesi!
Di conseguenza, ho avuto modo di vedere moltissimo cibo buttato, cibo ancora sigillato che
non viene mangiato. Perché? Perché conoscendone il gusto e vedendone l’aspetto già sai
che non sarà soddisfacente per il tuo palato e per il tuo corpo e preferisci non mangiare
affatto.

Tutto questo probabilmente passa in secondo piano in quei reparti in cui i familiari possono
portare un sostegno alimentare ai propri parenti ricoverati. È giusto precisare per chi non lo
conosce che nel reparto di ematologia vigono regole più rigide rispetto al resto dell’ospedale.
Qui è (giustamente!) vietata l’introduzione di alimenti dall’esterno che non siano confezionati
per evitare qualsivoglia diffusione di batteri (o peggio) negli ospiti, spesso molto fragili a
causa delle terapie. Forse ci sono anche altri reparti che funzionano con le stesse restrizioni
ma posso raccontarvi solo del reparto che conosco.
A ciò aggiungo anche una riflessione. Pensiamo a quelle persone che, anche in altri reparti,
non possono ricevere altro dall’esterno perché soli, con parenti distanti o impossibilitati:
sono forse questi pazienti di serie B che meritano la fame? Certo non possono saziarsi e
nutrirsi di quello che arriva da questa cooperativa.

Ha senso pagare con i soldi pubblici un servizio che si preoccupa di mandare una persona
pagata per chiedere come vanno i pasti e che giornalmente viene insultata dai degenti ma
che non dei valori nutrizionali o del gusto del cibo?
Volevo solo sensibilizzarvi e rispondere alla domanda che sicuramente vi farete se qualcuno
a voi caro tornerà deperito dall’ospedale: ma mangiava? Probabilmente no.

Grazie
Una paziente senza pazienza

N.B. Questo non è un attacco al personale della cooperativa, che è molto disponibile e prova
ad accontentare gli ospiti, ma un appunto alla dirigenza.

mercoledì 2 Marzo 2022

(modifica il 27 Luglio 2022, 15:46)

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VINCENZO TATTOLI
VINCENZO TATTOLI
2 anni fa

E' GRAVISSIMO QUANTO DENUNZIATO DALLA PAZIENTE. PURTROPPO E' UN FENOMENO ALQUANTO DIFFUSO. EMILIANIO SE CI SEI BATTI UN COLPO, COSI' COME IL NUOVO ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA'. FATE FREQUENTI CONTROLLI CON PERSONE NON APPARTENENTI ALLA FAMIGLIA POLITICA.

Vito Morgigno
Vito Morgigno
2 anni fa

Spendono migliaia di euro a sprechi di ogni genere… poi l'alimentazione da terzo mondo!

Francesca Giorgi
Francesca Giorgi
2 anni fa

Da sempre il servizio alberghiero degli ospedali del sud è da denuncia, una offesa al malato ed alla persona tout court, come anche la pulizia e la disinfezione. Negli ospedali della Lombardia si mangia come al cinque stelle, da noi come allo scarto di una bettola.. È l'assenza di rispetto del prossimo, l'empatia umana che manca. Questo stato di cose deve finire. Finalmente una Paziente non subisce.